"5 sì per i diritti". E la propaganda pro referendum finisce nel registro elettronico della scuola

Succede a Livorno, dove nel fascicolo degli studenti è stato caricato un documento pro referendum

"5 sì per i diritti". E la propaganda pro referendum finisce nel registro elettronico della scuola
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A livello strategico, i due più grandi errori compiuti dalla Democrazia Cristiana furono l’aver lasciato al Partito Comunista l’istruzione e la magistratura. E i risultati li vediamo (e li paghiamo) ancora oggi. L’elenco degli errori (e pure degli orrori) di queste due istituzioni è lungo. L’ultimo, in ordine di tempo, arriva dalla scuola “Don Angeli” di Livorno che, sul registro elettronico degli studenti, ha caricato un documento intitolato “I 5 sì dei diritti” (leggi qui).

Livorno pro referendum

Ovviamente le motivazioni lì riportate sono quelle trite e ritrite che abbiamo sentito in questi giorni, con importanti omissioni riguardanti il ruolo che ha avuto la sinistra nel promuovere ciò che oggi vorrebbe invece abolire. Ma come ci è finito un documento così politico in un registro che dovrebbe comunicare, come giustamente fa, unicamente informazioni riguardanti la scuola?

Il motivo è presto detto. Qualche docente ha deciso di farlo. E lo ha fatto perché è anche un militante politico. Ora, che ognuno coltivi le proprie idee è sempre bello, soprattutto in un’epoca in cui sempre meno persone si interessano della cosa pubblica. Che utilizzi però gli strumenti scolastici per diffondere il proprio pensiero un po’ meno. Immaginate se un professore di destra, o anche solo di centro, avesse fatto una cosa simile. Sarebbe successo un pandemonio e la sinistra sarebbe scesa in piazza al grido “fuori i fascisti dalle scuole”.

Qui invece abbiamo chi si permette di fare politica utilizzando il registro elettronico e, ipotizziamo, faccia lo stesso in classe soprattutto se tratta materie come storia. La scuola è, o meglio dovrebbe essere, uno spazio di confronto dove si formano i nuovi cittadini.

Ma bisogna farlo in modo corretto, mettendo da parte il proprio credo politico, giusto o sbagliato che sia, per un bene più grande, che è l’istruzione dei nostri figli. Che deve essere libera, e mai piegata da nessuno. Speriamo che la scuola faccia qualcosa. Mentre aspettiamo, continuiamo a goderci questa giornata di mare.

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