
Gli enti che nel 2024 si sono accaparrati una fettona o una fettina del 5 per mille – 523 milioni, neanche poco – sono 91.012, gli abitanti di un grosso borgo medievale: tutti soldi provenienti dalla generosità (o dalla dimenticanza) dei contribuenti. E c’è anche un po’ da ridere, con rispetto parlando. Intanto ricordiamo che il 5 per mille fu introdotto nel 2006 per finanziare attività socialmente rilevanti (stesso meccanismo dell’8 per mille per i religiosi, e al 2 per i partiti) ma va rilevato anzitutto che gli italiani avrebbero donato quasi 604 milioni di euro ma che ne «riceveranno » solo 523, perché 78,9 se li è tenuti lo Stato per via di complicati meccanismi che non piacciono a tutti, ma ora non ne parliamo, andiamo oltre.
La fetta più grande del 5 per mille se la mangia indovinate un po’, la Lombardia: 187,2 milioni ripartiti su 4,5 milioni di scelte, quasi un terzo del totale. Seguono il Lazio con circa 98 milioni (in gran parte verso l’Associazione italiana contro le leucemie: 8,7 milioni) ma i primi della classe restano i ricercatori sul cancro: la Fondazione Airc è la star incontrastata con 71,8 milioni e 1,76 milioni di preferenze, cui segue la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro con un sobrio 12,16 milioni. Poi cominciano le scelte «di sinistra » (presumiamo) tipo Emergency che è medaglia di bronzo con 10,6 milioni grazie a 283.836 generosi cittadini.
Ora vediamo i fanalini
di coda, che sono dei singoli comuni di celebrità non universale: San Bartolomeo Val Cavargna (Como) che ha preso 0,01€ (avete letto bene: un centesimo) cui segue Scillato (Palermo) con 2 centesimi, e poi un comune calabrese con 26. Sapete quanti sono i comuni che hanno battuto cassa? Quasi ottomila, o meglio, 7.909: i quali hanno ricevuto in tutto 15 milioni (media di 1.900€ ciascuno, meglio di un calcio negli stinchi) contro gli oltre 18 milioni che sono andati alle associazioni sportive dilettantistiche e soprattutto i 330 (tanti, tantissimi) ottenuti dal cosiddetto terzo settore, alias le organizzazioni senza scopo di lucro che operano per «finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale» e naturalmente «per il bene della collettività ».
Pausa tecnica. Ovvio che la quota pro-capite dipende dall’Irpef versato e quindi chi ha poco reddito ha anche poco da destinare. E chi non specifica l’ente? Stesso criterio dell’8 per mille: la sua quota viene spalmata tra tutti (percentualmente) e quindi finisce anche a enti ignoti o fantasmatici. Chiaro che qualcuno si iscriva tanto per provarci e senza neanche fare promozione. Comunque spetta al solito Nord la mega-raccolta dei fondi per i comuni: 73per cento (11 milioni su 15 complessivi) mentre il Centro si ferma al 13, al pari di Sud e Isole. Qualche curiosità? La politica batte la scienza: la Fondazione Craxi ha ricevuto 224 donazioni contro le 79 del laboratorio del Gran Sasso. Tra gli enti iscritti anche vari motoclub, il Reale Circolo Canottieri di Roma, il Circolo Nautico di Posillipo,
l’Associazione Radio Maria e Rinnovamento nello Spirito (tutti accanto alle grandi onlus) più la Fondazione del notariato che ha ricevuto ben 265.000€ (ma da sole 772 firme) più, ancora, la società per la cremazione dei defunti, il Quartiere di Porta Crucifera (Arezzo, 55.000€) e varie altre realtà professionali non necessariamente legate all'interesse pubblico. Sembra, in generale, anche un gioco di fortuna, con visibilità e posizionamento geografico in funzione strategica. E una regola: Un centesimo per la tua causa, cento milioni per la mia.
71,8%
I milioni di euro assegnati alla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, in testa alle donazioni con 1,76 milioni di preferenze. Segue la Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro
0,01
Solo un centesimo al Comune di San Bartolomeo Val Cavargna (Como) cui segue Scillato (Palermo) con 2 centesimi, e poi un comune calabrese con 26 centesimi di donazioni totali
224
Le donazioni ricevute dalla Fondazione Craxi, contro le 79 del laboratorio del Gran Sasso. Tra gli enti iscritti anche vari motoclub, il Reale Circolo Canottieri di Roma, l’Associazione Radio Maria