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"60% in meno di arrivi da inizio anno". Piantedosi mostra i risultati sui migranti

Il ministro dell'Interno rivendica in Senato i numeri pubblicati recentemente da Frontex, aggiungendo anche i dati relativi ai "1.779 rimpatri, in aumento rispetto ai 1.687 dello scorso anno"

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"Dall'inizio dell'anno sono giunti sulle nostre coste 18.435 migranti a fronte dei 45.507 dello scorso anno, con una diminuzione pari a circa il 60%". Matteo Piantedosi illustra in Senato, nel corso dell'ultimo Question Time tenuto a Palazzo Madama, i numeri ufficiali sull'immigrazione che sono stati confermati anche dalle recenti analisi di Frontex. "Siamo in presenza di un oggettivo segnale positivo, frutto di precise linee di intervento che il governo sta seguendo per contrastare il vergognoso traffico di migranti e affermare un più rigoroso rispetto delle regole in materia di migrazione". prosegue in Aula il ministro dell'Interno.

Questo risultato che sta ottenenendo il governo Meloni su questo tema si deve, innanzitutto, sul versante internazionale, "al nuovo impulso impresso alle iniziative di collaborazione con i paesi di origine e di transito dei flussi migratori. Considero molto importante l'incontro che ho avuto lo scorso 2 maggio con i Ministri degli interni di Algeria, Libia, e Tunisia - ha sottolineato Piantedosi - perché ha posto le basi per l'avvio di un processo di dialogo regionale nel Nord Africa, con l'obiettivo di coordinare gli sforzi per presidiare più efficacemente le frontiere nell'area del Sahel e implementare i rimpatri volontari assistiti grazie alla cabina di regia che si è riunita proprio nella giornata di ieri al Viminale, anche con la presenza di OIM e UNHCR".

Il responsabile del dicastero del Viminale ricorda inoltra ai senatori lo scorso martedì, 14 maggio, ha partecipato a Tirana "alla Conferenza ministeriale dei Balcani per rinsaldare la cooperazione in materia di sicurezza e flussi migratori in quel quadrante geografico particolarmente strategico". Nella capitale dell'Albania Piantedosi ha voluto ribadire al suo collega omologo del Paese che ha ospitato questo evento "l'impegno alla sollecita attuazione dell'intesa intergovernativa sottoscritta lo scorso novembre che per l'Italia costituisce un segno tangibile del sostegno dell'Albania alla gestione dei flussi migratori provenienti dal Nord Africa".

Andano ad analizzare i risultati riguardanti i flussi in ingresso, va aggiunto "l'incoraggiante, ma non ancora sufficiente dato sui rimpatri forzosi di coloro che non hanno titolo a rimanere in Italia". Piantedosi, infatti, mostra come dall'inizio dell'anno al 15 maggio siano stati effettuati "già 1.779 rimpatri, in aumento rispetto ai 1.687 dello scorso anno. La forte correlazione in senso positivo tra il numero dei rimpatri e i posti disponibili nei CPR (oltre il 60% dei rimpatriati è, infatti, lì transitato nel 2023) rende fondamentale dare attuazione al Piano straordinario per l'individuazione di aree da destinare a nuove strutture". Allo stesso tempo l'esecutivo di centrodestra "sta procedendo a interventi di ristrutturazione dei CPR già attivi sul territorio nazionale che, come noto, sono oggetto di ripetuti atti vandalici da parte dei migranti ospitati", ha proseguito Piantedosi.

"Voglio anche evidenziare l'importanza di tali strutture ai fini del trattenimento e il rimpatrio dei soggetti pericolosi la cui libera circolazione sul territorio rappresenta un rischio concreto e attuale per la sicurezza delle nostre comunità", sottolinea con orgoglio l'ex prefetto. Contemporaneamente c'è anche da ricordare che tra le migliaia di persone rimpatriate nel 2023 siano stati "eseguiti 77 provvedimenti di espulsione per motivi di sicurezza nazionale per rischio di radicalizzazione o estremismo e che dall'inizio dell'anno in corso sono state già eseguite 34 espulsioni proprio gli stessi motivi", ancora il ministro.

Di questi giorni, poi, è l'aggiornamento della "lista dei Paesi sicuri ai fini dell'esame delle domande di protezione internazionale, con l'inserimento di altri sei Paesi con elevate percentuali di diniego delle domande, tra i quali Bangladesh, Perù ed Egitto, consentirà di velocizzare i tempi di accoglimento o di respingimento delle istanze, anche ai fini del successivo rimpatrio", conclude.

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