L'umanità si divide in due specie migratorie: i Corridoio e i Finestrino. I Corridoio sono una specie irrequieta, che obbedisce alla motilità e alla vescica incontinente e perciò ha bisogno di sedersi all'esterno. I Finestrino invece sono una specie più stanziale e visionaria, a cui piace guardare dall'oblò. La mia donna ideale è Finestrino, perché io sono di specie Corridoio; così siamo sito-compatibili. Ma il dramma sorge nei voli pieni in cui i sedili sono tre e a uno dei due tocca stare in mezzo; lì rimpiangi la donna-tappetino che si accuccia accanto, sacrificandosi. O la donna libera che accetta la separazione in volo o l'intrusione in mezzo a noi due di un terzo incomodo, scomodo soprattutto per lui. Razza meritevole d'invidia è il Pupo Dormiente. Appena entra in aereo s'addormenta e ronfa, precipita col cranio in avanti o a volte sulla spalla del viaggiatore a fianco. Il Viaggiatore Debordante ti ruba i braccioli e ti costringe alla posizione del pinguino con i braccini corti lungo il dorso; se è seduto dietro ti tambureggia i glutei o i reni con le sue ginocchia irrequiete; se è davanti si stende col sedile e ti divarica le gambe in posa ostetrica, mentre il tavolino aperto ti penetra nel ventre, stimolando le funzioni annesse. Tutto questo è tollerato nei voli nazionali e non per patriottismo ma perché durano poco. Diventa invece insopportabile nei voli lunghi e allora sorgono ritorsioni, scontri o arbitrati. Nei viaggi si fanno amicizie, ma più spesso inimicizie, si scoprono nuovi mondi; ma non a destinazione, in volo. Ecco alcuni voli memorabili.
La veggente. Piccolo volo con piccolo aereo da Punta Raisi pe Pantelleria, cattivo tempo, saliamo ma l'aereo tarda a partire. Dopo un bel po' il pilota incauto comunica che stiamo tardando perché mentre saliva sulla scaletta una donna che si è qualificata come veggente si è rifiutata di proseguire dicendo di avere il sentore che l'aereo sarebbe precipitato. L'oracolo fa scattare i controlli di sicurezza sui bagagli, riportati in aeroporto. Immaginate con che spirito voliamo, salvo riderci su, ma solo all'arrivo. Giuro, non volo più.
Coccodrillo in volo. Volo surreale Roma-Bergamo, Ryanair. L'aereo rulla sulla pista poi si ferma; non può partire, avverte il comandante, perché c'è un coccodrillo a bordo. Non un coccodrillo vero, ma un bestione di gomma che occupa tre sedili, che aveva passato impunemente i controlli ed era entrato osservato da tutti con iniziale allegria. Si chiede alla proprietaria di scendere con la bestia, lei si rifiuta, comincia una lunga trattativa, spintoni, la gente incattivita invita a squartare la bestia. Fino a che grazie alla mediazione di una suora, la cocca scende col suo coccodrillo ormai floscio, tra insulti e vituperi. Nello stesso volo un viaggiatore non vuol deporre la borsa nella cappelliera, come previsto per chi siede in prima fila. Lungo tira e molla, minacce; alla fine accetta di andare alla fila 33 pur di non mollare il bagaglio mai aperto in viaggio. Tento con altri viaggiatori di organizzare una rapina per vedere cosa diavolo nasconda in quella borsa da non mollarla neanche a mezzo metro da lui.
Ali Babà. Napoli Capodichino, un volo di linea atterra da Milano e si avvia al suo parcheggio ma al suo posto c'è un enorme aereo tozzo, marrone, senza indicazioni di nazionalità e di compagnia, che sembra un enorme babà con le ali e nessuno dalla torre di comando sa indicare a chi appartenga. Il parcheggio abusivo degli aerei non lo avevo mai visto. E nemmeno babà così giganteschi.
Falso Allarme. Incontro in un volo tra Roma e Milano un omone di nome Umberto Giovine. È seduto accanto a me e mi parla, è un esponente federalista, ha dirottato una volta un aereo per un atto dimostrativo, poi mi addormento. Mi sveglia un botto tremendo, si spengono le luci in cabina, l'aereo vacilla, sarà stato lui, l'omone dirottatore, accenno a placcarlo; ma scopro che è stato un fulmine. Lui è innocente, però io, giuro, non volo più.
Falsa partenza. Agli imbarchi, un fighetto al telefonino annuncia con aria triste alla morosa che sta partendo per un imprevisto lavoro per Torino. Che disdetta. Lo guardiamo tutti con sdegno per la spudorata menzogna. Siamo infatti agli imbarchi per Capri e lui è già vestito caprese. Simpatico verme schifoso.
Arma letale. Aeroporto di Bari, controlli di sicurezza. Suona l'allarme, sono costretto ad aprire la valigia. Preferisco l'arresto piuttosto che scoprire cosa c'è dentro. Aprono e trovano triangoli avvolti in carta stagnola, pensano a fondine con la pistola, sono invece fette di calzone con cipolle, fatte da mia madre. Svenimenti tra i poliziotti e i loro cani annusanti; e io pure, ma per la vergogna.
Arma letame. Restando in tema, nella navetta che ci riprende da un volo dall'Egitto, grande caldo, molta gente, porte chiuse; a un certo punto esala un fetore tremendo. Qualcuno non ha retto l'attesa o la cucina egiziana e ha reso partecipe del suo intimo dolore l'intero gruppo. Una voce invoca disperata di riaprire le porte, presto diventa un coro; si aprono le porte, escono tramortite decine di persone. Tra loro probabilmente c'è anche l'attentatore.
Manco p'a Capa. Perù, volo interno da Juliaca, presso il lago Titicaca. Nonostante il chech-in già fatto, l'aereo è pieno, non c'è posto, ci tocca pernottare in uno sperduto paese. Ci sediamo disperati fuori dallo scalo e notiamo il nome dell'Aeroporto: per forza che non si parte, si chiama Manco Capac, dedicato al capo Incas. Qui non si vola manco p'a capa. Ora sono anch'io molto incas, mi girano in turboelica las pelotas. Giuro, non volo più.
Paradiso. Caracas, volo per le isole Los Roques, su quei catorci piccoli e cartonati con le portelle controvento, in plastica, come nelle Dyane Citroën degli anni '70. La compagnia è la stessa del volo precipitato pochi giorni prima con otto italiani a bordo; loro negano, ma c'è la vecchia insegna (Transaven) sotto la nuova. L'aereo tarda a partire, arriva un mezzo stregone spacciato per tecnico, apre il motore e butta via un sacco di pezzi, poi discute animatamente col pilota e si capisce che lo sconsiglia di partire.
Ma lui decide di partire lo stesso, scalzo; nel decollo regge la portella aperta per cambiare aria, io sono dietro di lui e recito le ultime preghiere; poi oltre le nuvole si corica, dorme anche se al suo fianco c'è un mezzo supplente. Alla fine arrivo in paradiso, ma mi occorre qualche ora per capire che non sono morto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.