Berlusconi-Alfano, la verità

Voci di divorzio tra i due smentite in serata. Il Cavaliere dice sì alle primarie: "Ma aspettatevi sorprese" Poi attacca Monti

Di Pietro è politicamente morto, l’Idv si è uffi­cialmente spaccata ieri in due tronconi. Ber­sani non sta niente bene, sente il fiato sul col­lo di Renzi e teme di fare la stessa fine dell’ex pm compagno di tante avventure (nel Pd la scissione è solo rinviata al dopo primarie).

Ma a fare notizia pare essere solo il travaglio del Pdl, partito già morto nel no­me e ammalato nei fatti. Eppure dopo una giornata di annunci e smentite, di presunte liti e drammi personali, ieri sera Alfano e Berlusconi si sono presentati insieme davanti ai giornalisti per annunciare di aver trovato la quadra: primarie, cambio del nome e profondo taglian­do a tutta la macchina.

Nessuna scissione (almeno tra gli ex Forza Italia), Berlusconi resta il capo, Alfano il lea­le delfino che affronterà con altri il giudizio degli eletto­ri alle primarie. Fino a pochi minuti prima i due erano dati da agenzie e commentatori per divorziandi. Non nego che la dialet­tica di Berlusconi possa offrire spunti in questo senso.

Ma come sempre, e da sempre, Berlusconi non va preso alla lettera e mi stupisce che i giornalisti ancora non ab­biano imparato a tradurre dal berlusconese, lingua pe­raltro non particolarmente complicata. Le parole di Ber­lusconi e Alfano non vanno lette come quelle di soci riva­li, come per esempio Bersani e Renzi, né di marito e mo­glie, tipo Berlusconi e Letta.

Il loro è un sano rapporto tra padre e figlio, con il primo che non risparmia criti­che e rimproveri e il secondo che incassa ma non neces­sariamente abbassa la testa. Si stimano e si vogliono be­ne, e chissà, magari un giorno Alfano prenderà il coman­do pieno dell’azienda oppure deciderà di mettersi in proprio. Ma di sicuro non pugnalerà mai alle spalle nes­suno, tantomeno il padre, anche se in queste ore non po­chi lo consigliano in tal senso.

È una pratica che non gli appartiene,

di natura e per la frequentazione della scuo­la Berlusconi. Per cui lasciamo sfogare tutti, e consolia­moci: il Pdl, o come si chiamerà, è malmesso ma molto meno dei suoi rivali. Perché diversa è la pasta dei suoi uomini.

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