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Abuso d'ufficio e intercettazioni: il governo accelera sulla riforma Nordio

Abrogazione del reato di abuso d'ufficio e stretta sulle intercettazioni. La maggioranza trova l'accordo e accelera sulla riforma della giustizia

Abuso d'ufficio e intercettazioni: il governo accelera sulla riforma Nordio

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Abuso d'ufficio e intercettazioni: il governo accelera sulla riforma Nordio

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Passa la linea storica di Forza Italia e viene confermata la posizione iniziale del Guardasigilli, Carlo Nordio: l’abuso d’ufficio, arma politica per eccellenza, sarà abrogato. Prevista, tra le altre misure, una stretta decisiva sulle intercettazioni. Dopo alcuni mesi di confronto tra le varie anime del centrodestra, la maggioranza ha trovato un accordo preciso sulla riforma della giustizia. Sbloccato il pacchetto Nordio, ora il governo dovrà passare dalle parole ai fatti. Grande parte della fiducia dei suoi elettori passa per il campo minato della giustizia. Tenere fede alla promessa di una riforma in senso liberale e garantista del sistema giudiziario sarebbe una vittoria, non di poco conto, per l’esecutivo guidato dal premier Giorgia Meloni.

L'abrogazione del reato di abuso d'ufficio

L’intesa interna alla maggioranza è stata raggiunta dopo un lungo confronto tra il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e Giulia Bongiorno, presidente della commissione della Giustizia del Senato e rappresentante della posizione leghista. L’accordo sull’abuso d’ufficio, primo dossier sul tavolo delle riforme e prima matassa da sbrogliare, è stato raggiunto. Le sfumature diverse all’interno della maggioranza hanno lasciato il posto all’unità e alla coerenza.

L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio ci sarà. La cosiddetta “paura della firma” è una stortura grossolana che colpisce tutti i sindaci italiani, nessuno escluso. Il tempo di una riforma strutturale sarà scandito da due passaggi chiave: prima l’intervento su questo reato e sul traffico di influenze; subito dopo una riforma organica di tutti i reati contro la Pubblica amministrazione. L’intento del governo è manifesto: colpire e aggiustare prima le singole alterazioni per poi intervenire sulla materia in questione a livello strutturale.

La stretta sulle intercettazioni

Un metodo che sarà utilizzato, allo stesso modo, per la stretta sulle intercettazioni. Il testo che il Guardasigilli Nordio porterà a Palazzo Chigi prevede innanzitutto una protezione rafforzata della privacy delle persone coinvolte e, a seguire, una riforma strutturale dello strumento in sé. La riforma sulle intercettazioni sarà a più ampio respiro e dovrà tenere contro di tutte quelle contraddizioni che girano intorno allo strumento. A partire dall’incivile “gogna mediatica” imbastita dai media che, troppo spesso, utilizzano le intercettazioni per colpire un esponente politico sgradito. Un metodo che va assolutamente impedito e contrastato.

Nel pacchetto di riforme, spiega La Stampa, rientrano anche altri interventi decisivi: l’impossibilità di presentare appello quando un imputato sia assolto in primo grado, l’esame collegiale di tre magistrati e non più di un giudice singolo per decidere le misure cautelari e, infine, la possibilità di un interrogatorio prima dell’emissione di un avviso di garanzia per reati minori.

Grande è la soddisfazione da parte del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto: “Quando ci si accosta alle riforme per tutelare i diritti dei cittadini – spiega l’esponente forzista –in un processo che vede la parità tra accusa e difesa e il rispetto della riservatezza, il risultato non può che essere quello di una riforma liberale della giustizia, proprio quella che Berlusconi ha sempre voluto”.

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