Il rapporto con Israele e il sionismo, le minacce ricevute e il suo ruolo di giurista. Francesca Albanese si racconta in una lunga intervista sul Corriere della Sera. Non manca un passo indietro per quanto riguarda gli episodi che l’hanno vista protagonista insieme al sindaco di Reggio Emilia. Incalzata dalle domande del giornalista, la relatrice speciale dell’Onu sui territori palestinesi occupati, ammette di aver sbagliato a dire “ti perdono” al sindaco di Reggio Emilia Marco Massari che aveva citato gli ostaggi di Hamas. "Quando ho rivisto quel mio commento, me lo son detta: no, non è proprio da mè", racconta.
Ma facciamo un passo indietro. Ormai un mese fa l’Albanese era finita al centro delle polemiche per aver criticato il primo cittadino di Reggio Emilia. Il motivo è presto detto: il sindaco aveva appena detto, prima di consegnare a Francesca Albanese il Primo Tricolore (massima onorificenza cittadina), che per il processo di pace serviva pure liberare gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas. "Non giudico il sindaco e lo perdono. Ma non dica più una cosa così”, aveva replicato seccamente la relatrice dell’Onu accompagnata dall’ovazione dei pro Pal presenti. Da qui il passo indietro della giurista che, ad oggi, afferma che sicuramente non rifarebbe quel commento al sindaco di Reggio Emilia, che aveva detto che per il processo di pace serviva la liberazione degli ostaggi israeliani.
Nell’intervista, però, la giurista italiana si è concentrata anche sulle sanzioni e le minacce gravissime nei suoi confronti. La pressione è molto forte. Nel 2024, sono cominciate le minacce di morte, lettere in cui dicevano “sappiamo dove vivi”, minacce di stupro verso mia figlia: “Le faremo quel che han fatto alle donne israeliane”. Lì, dice, è partita “l’esigenza d’avere protezione dove vivo, in Tunisia”. Sulle sanzioni è ancora più netta. “Sono la prima funzionaria nella storia delle Nazioni Unite a subire un simile trattamento - dice in merito alle sanzioni -, che condivido con Putin, Khamenei e Maduro. E che mi viene riservato perché collaboro con la Corte penale internazionale. La verità è che ho denunciato le violazioni dei diritti umani compiute da Israelè. Su Hamas, 'non c'è dubbio che ci sia stato un attacco terroristico violento, da condannare. Però Israele cosa cavolo fa da 60 anni, nel territorio palestinese occupato?”, conclude.