di Carlo Lottieri
Se George Orwell diceva che il bispensiero può convincere che una cosa è falsa anche quando si sa che è vera, c'è da chiedersi se esso non sia all'opera pure a Bologna, dove ci si appresta a votare un referendum proposto da chi intende abolire gli aiuti alle scuole paritarie, pur sapendo che ciò aggraverà i conti pubblici. Qui però non c'è logica, ma soltanto ideologia. Tutto questo è il frutto di due ossessioni convergenti: quella laicista e quella statalista. Da un lato, la cultura dominante non accetta che taluni ragazzi siano educati entro istituzioni orientate da valori cattolici o comunque autonomi rispetto allo Stato. Si vuole che il sistema educativo «costruisca» un'umanità secolarizzata e dominata da varie forme di solidarismo ed ecologismo. D'altro lato, mentre riesce normale che individui e comunità siano spogliati delle proprie risorse per finanziare l'apparato pubblico, suscita scandalo che una parte di quanto una famiglia è costretta a consegnare allo Stato possa ritornarle quale riduzione dei costi da sostenere per istruire i figli. L'ostinata avversione a ogni realtà educativa che sia autonoma rispetto al Potere e voglia svilupparsi ignorando l'ideologia oppressiva dello Stato ci aiuta a percepire un tratto caratteristico della modernità. Anche se si presenta come illuminata e aperta al confronto, larga parte della cultura egemone è dominata da una forma peculiare di bigottismo aggressivo. Esso non soltanto impedisce un confronto razionale, ma rappresenta pure l'ideologia di un apparato che dispone del potere di regolare l'intera società e sottrarle ogni risorsa. Come emerge con chiarezza nel romanzo orwelliano, il totalitarismo è una religione che pone al centro lo Stato e pretende che ne celebriamo la grandezza, rinunciando a educare i nostri figli secondo i principi in cui crediamo.
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