Anche il Telegraph premia Meloni: "Artefice del miracolo italiano"

Dopo l'incoronazione di Le Figaro, ecco l'elogio del celebre quotidiano britannico al primo ministro capace di "trasformare l'Italia in oasi di stabilità"

Anche il Telegraph premia Meloni: "Artefice del miracolo italiano"
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Se per Le Figaro può “rimanere in carica altri dieci anni”, per il Telegraph il premier Giorgia Meloni è l’artefice del “miracolo italiano”. A tre anni dall'inizio del suo mandato a Palazzo Chigi, la leader del governo è stata al centro di un lungo approfondimento del quotidiano britannico Telegraph, che ne ha analizzato il percorso politico e il ruolo sulla scena internazionale. Il giornale ha definito il primo ministro l’artefice di un “miracolo italiano”, sostenendo che abbia contribuito a trasformare l’Italia da “malato d’Europa” a “oasi pacifica in un mondo scosso dalle crisi”.

Il Telegraph ha ripercorso le perplessità iniziali legate alla provenienza politica della Meloni e del suo partito Fratelli d’Italia. Ricordati i timori, in particolare all’estero, circa le “origini fasciste” della formazione e la possibilità che la Meloni potesse rivelarsi una “Mussolini dei tempi moderni”, il quotidiano ha sottolineato come il presidente del Consiglio abbia smentito queste preoccupazioni, affermandosi come figura credibile sia a livello europeo che atlantico.

Uno dei punti centrali messi in luce riguarda la stabilità politica: Meloni viene descritta come “la leader più stabile dell’Europa occidentale” in un contesto come quello italiano storicamente caratterizzato da governi di breve durata. Secondo il quotidiano, la solidità dell’esecutivo ha contribuito a rafforzare l'immagine del Paese, insieme alla posizione netta a favore dell’Ucraina e al consolidamento dei rapporti con leader di orientamenti diversi, come Donald Trump e Ursula von der Leyen. Il Telegraph ha rimarcato sul punto: “Ha conquistato elogi in patria e all’estero per aver restituito credibilità all’Italia sulla scena mondiale, per il suo fermo sostegno all’alleanza occidentale e alla lotta dell’Ucraina contro la Russia, e per i rapporti stretti con leader diversi come Donald Trump e Ursula von der Leyen”.

La testata britannica ha inoltre evidenziato i segnali positivi dal fronte economico, sottolineando come i mercati abbiano premiato la stabilità politica italiana. A questo proposito viene citato un dato significativo: per la prima volta dal 1998, i tassi d’interesse sul debito francese hanno superato quelli italiani, fatto interpretato come un indicatore della “crescente fiducia degli investitori nell’Italia e crescente timori sulla Francia”.

Sul piano diplomatico, è stato posto l’accento sugli apprezzamenti da parte di figure politiche statunitensi. In particolare, il vicepresidente americano J.D. Vance ha definito Meloni “una leader capace di ascoltare e allo stesso tempo straordinariamente diretta”. Per rappresentare il rinnovato clima di fiducia economica, il Telegraph ha citato anche fenomeni simbolici come l’apertura a Milano del club privato The Wilde, ispirato ai gentlemen’s club londinesi: “Il successo del club, modellato su un gentlemen’s club londinese e già passato da 600 a 2.000 iscritti, è emblematico della rinnovata fiducia economica in Italia”, aggiungendo che la flat tax avrebbe attirato nuove famiglie facoltose da altri Paesi europei.

Il quotidiano ha anche acceso i riflettori sui dossier meno positivi. Tra questi, il tema della natalità: nonostante l’attenzione posta dal governo alle famiglie tradizionali, i tassi di natalità restano bassi. L’Italia registra una media di 1,8 figli per donna, un dato definito “spietato” dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che secondo il giornale dovrebbe rappresentare “uno sprone all’azione”. Sul piano macroeconomico, le sfide restano consistenti. Il debito pubblico, secondo le stime citate, potrebbe salire fino al 137,6% del PIL entro il 2026. La crescita prevista per l’economia italiana si attesta allo 0,5%, valore che il giornale ha definito “quantomeno modesto”.

In conclusione, una riflessione sullo stile politico del premier, definito “prudente”.

Secondo l’analista Wolfgango Piccoli, la Meloni “non ha osato sfidare lobby potenti come i tassisti o i gestori degli stabilimenti balneari”, adottando quindi un approccio che viene descritto come “rassicurante ma poco ambizioso”. Una strategia che, secondo Piccoli, richiama quella di precedenti leader come Silvio Berlusconi e Matteo Renzi.

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