ASSALTO GIUDIZIARIO

RomaAnche i ministri sono esseri umani, e ogni tanto hanno bisogno di sfogarsi, consigliarsi, di essere confortati e capiti nelle loro difficoltà quotidiane. Anche all’orecchio attento e sensibile di Luigi Bisignani, “lobbista” sì, e di prima grandezza, ma anche un po’ psicanalista. «Doctor is in», come la Lucy dei Peanuts. Riportiamo con un’avvertenza ovvia: qualunque frase, intercettata e fuori contesto, può assumere un significato totalmente distorto.
FRATTINI, LA PAURA FA 90
Il ministro degli Esteri telefona il 5 agosto 2010, in piena rottura con Fini. Racconta di un «minivertice» col «nostro» (Berlusconi?), che «era sul dialogante» perché «anche Gianni (Letta?) gli ha detto: beh, insomma, non possiamo minacciare ogni giorno, perché la paura fa novanta... E ci vuole nulla che sull’onda della paura quei due o tre senatori ti passano di là e ti fanno il governo tecnico perchè alla Camera i numeri ci sarebbero, in teoria». Bisignani: «Certo, al Senato...». Frattini: « Al Senato no, però se si comprano quattro o cinque senatori proponendogli posti di sottosegretario e ministro questi si spostano, piuttosto che andare a casa fanno il ministro, no?» . Più avanti, Franco Frattini assicura che «noi su Liberamente (la Fondazione costituita da alcuni ministri “giovani” ndr) teniamo duro», e aggiunge che «nessuno più dubita che lui (Berlusconi)» proponga come coordinatori Alfano, Gelmini e Meloni, «Meloni perchè sono i giovani, Alfano è il tema della giustizia, e mi dice poi voi siete amici e sono più giovani di te, quindi li puoi guidare. E io: ben volentieri».
GELMINI&MONTEZEMOLO
La ministra chiama Bisignani l’8 ottobre 2010, gli racconta di aver incontrato Montezemolo: «Mi è molto simpatico e mi pare che si sia istaurato un rapporto, è nata una simpatia, un’intesa se vuoi. Ormai vuole fare politica, allora l’ho messo in guardia perché era molto critico sul berlusconismo di questi giorni. Insomma sulla Santanchè, sul Giornale, un po’ le cose che ci diciamo tutti». Il 21 ottobre Gelmini si lamenta, perché la fondazione Liberamente «è uscita in positivo su tutti i giornali, tranne che su Il Giornale, dove questo Adalberto Signore ha fatto questa cosa» (un articolo che dava per sconfitta la linea di Liberamente, ndr). Gelmini sollecita un intervento di Bisignani: «Bisognerebbe riuscire, tramite Dagospia o altro, far capire chi è il mandante» perché «a noi fa un danno, perché quello è il giornale di partito», e quell’articolo «è veramente una porcata». Se poi «il giornale di partito scrive che noi siamo perdenti te lo faccio vedere io che non siamo perdenti: in cinque minuti salta non Verdini, ma quell’imbecille di Cicchitto».
LE MOINE DI MARA
15 novembre, la Prestigiacomo parla a Bisignani: «Io lo so com’è fatto (Berlusconi, ndr), Mara gli fa quattro moine, quattro cose e lui cancella tutti quelli della faida e dà ragione a Mara su tutto», e oltretutto «Repubblica la difende a spada tratta»
CARFAGNA E L’AMMALIATORE
Bisignani chiama Gianfranco Miccichè il 22 novembre, gli dice che «il presidente è imbufalito con la Carfagna», Miccichè dice «me ne fotto. Nonostante lei ieri mi abbia detto ’io passo con te’ ho preferito non fare nessun (annuncio? ndr), per prudenza. Perché poi lo so che il presidente è un grande ammaliatore, per cui...».
LA MINISTRA ROSSA
12 settembre 2010, Bisignani parla col figlio Renato che è stato a un evento della Ferrari. LB: «Chi ha fatto le premiazioni?». RB: «Quella ministra rossa, del turismo.

La conosci?». LB: «No, è una str..., un mostro». RB: «Infatti ha una faccia da str...». LB aggiunge epiteto irriferibile. RB: «Invece Maria Stella devo dire veramente carina, si vede subito che è una persona amabile». LB: «Uhm».

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