
La sinistra le prova tutte pur di far passare i referendum come una grande vittoria democratica della maggioranza silenziosa del Paese. Prima cercando di girare i dati a proprio favore con risultati scadenti e poi, ovviamente, accusando delle peggiori nefandezze il governo guidato da Giorgia Meloni e soci. L’ultima trovata, però, arriva direttamente da una delle penne più importanti del progressismo italiano.
Corrado Augias, incalzato nel merito dei 5 quesiti referendari, prova a giustificare ancora la sinistra italiana. “È facile vedere degli immigrati sbandati, che dormono sulle panchine della stazione, magari che spacciano, e attribuirli alla generalità degli immigrati. Il referendum in realtà dettava caratteristiche precise su cui si basava la riduzione, come lavoro, fedina penale pulita, pagare le tasse... Era un modo di dare un po' di sangue a questo Paese esangue", esordisce durante l’ultima puntata di Tagadà in merito al quesito sulla cittadinanza breve per gli stranieri in Italia.
Un esempio? Secondo Augias è presto detto: "Atleti di immigrazione od origine straniera hanno ridato vigore alle nostre gare e ai nostri risultati con la maglia azzurra. Siamo un paese vecchio e io lo rappresento. I giovani sono aiuti preziosi". L’ennesimo modo per nascondere i dati e buttare nuovamente la palla in tribuna. La verità dice l’esatto contrario: gli italiani hanno bocciato sonoramente i referendum promossi dai sindacati e dalle opposizioni.
Inoltre, un terzo di chi è andato a votare ha detto “no” al quesito scomodo della cittadinanza. Ma non basta. L'affluenza alle urne si è fermata poco oltre il 30% per tutti e cinque i quesiti, venti punti sotto il quorum necessario per la validità della consultazione popolare.