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"Fermati c... di m...". Gli insulti degli antagonisti alla polizia

Nel tentativo di trovare la solita sponda nella sinistra di governo, i centri sociali di Milano, dopo aver attaccato con calci e bastoni la polizia, si lamenta delle cariche. Volevano scontrarsi con gli esponenti della Lega

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I centri sociali hanno imparato bene come funziona il dibattito pubblico italiano: vanno in piazza, cercano lo scontro, lo ottengono e poi si lamentano di aver subito il contatto con le forze dell'ordine. Sanno che, in questo modo, troveranno sempre una spalla su cui piangere per ammantarsi col velo delle vittime. Che tanto qualcuno che griderà con loro, per loro, alla repressione lo troveranno sempre. A Milano, nel pomeriggio di ieri, è successo lo stesso. Silvia Sardone, consigliere comunale al Comune di Milano ed europarlamentare eletta con la Lega, presentava ieri il suo libro presso la Bocciofila Caccialanza nella zona di via Padova. Vista la zona, la Lega aveva contestualmente organizzato una "fiaccolata per la sicurezza" per denunciare lo stato di degrado e di abbandono in cui versa il quartiere e l'intera città. Ma i centri sociali coccolati da Schlein e dalla sinistra tutta, incapaci di vivere in un contesto civile e democratico, hanno deciso che quell'area di Milano è di loro dominio esclusivo e così sono scesi in piazza per contrastare l'iniziativa leghista.

L'annuncio girava sui gruppi degli anarchici e dei centri sociali già da sabato: "Via Padova è un quartiere con una storia e una vocazione da sempre antifascista e antirazzista. Respingiamo con forza ogni tentativo di strumentalizzazione politica da parte di chi, come la Sardone, prova a farsi campagna elettorale sulla pelle degli abitanti del quartiere. Rispondiamo con un presidio antirazzista alla Lega che organizza una fiaccolata securitaria domenica 3 marzo in Via Padova 91". E si sono presentati in 100 circa in via Padova, appartenenti alle realtà antagoniste di zona: centro T28, Lambretta, Galipettes e Panetteria occupata e Abitare in via Padova. Di contro, i militanti della Lega che partecipavano alla fiaccolata erano circa 40. Sul posto, viste le intenzioni annunciate dai centri sociali e dagli autonomi, erano già presenti gli agenti di polizia in tenuta antisommossa, schierati sul posto per evitare contatti tra le due fazioni. Come da copione, gli antagonisti hanno cercato di forzare il cordone di polizia per affrontare gli esponenti della Lega e sono stati fermati dagli agenti. "Fermati coglione di merda, bastardo", si sente urlare da una voce femminile fuoricampo durante il contatto tra antagonisti e polizia, in un video pubblicato da un profilo che supporta le manifestazioni di piazza. Le solite "buone maniere" dei "bravi ragazzi" che scendono in piazza.

"Sono andati all'assalto della polizia provando a sfondare in più di un'occasione il cordone degli agenti e attaccando con bastoni, calci e pugni", è la testimonianza di Silvia Sardone, presente sul posto. Ma dal centro sociale, ecco che arriva la ricostruzione vittimista che spera di far leva sui compagni, soprattutto quelli in parlamento, che hanno maggiore risonanza sui media. "Mentre circa una trentina di persone partecipava alla cosiddetta fiaccolata per la sicurezza convocata da Silvia Sardone della Lega, le forze dell'ordine pensavano bene di caricare il presidio di antirazzist* e antifascist* in via Padova dove erano presenti circa 200 persone", al di là degli asterischi e dei numeri gonfiati da una parte, e ridotti dall'altra, ecco che torna la narrazione che vuole gli agenti come carnefici.

Scompaiono gli assalti al cordone di sicurezza della polizia ma ecco che si parla solo di cariche: un déjà vu visto e rivisto, l'ultima volta per gli scontri di Pisa. E ci hanno provato anche questa volta, gli antagonisti, a raccontare che la polizia di punto in bianco ha deciso la carica. Ma, almeno per il momento, la loro sortita non ha avuto effetto. Il tentativo di sconfessare gli agenti è stato fatto anche grazie ai troppi parlamentari di sinistra che non hanno speso una parola nei confronti del lavoro degli agenti e che tacciono sulle violenze degli antagonisti per un pugno di voti. Questo alimenta in loro la convinzione di poter agire liberamente, senza che la polizia faccia il suo lavoro. E forse ci stanno arrivando, perché nel momento in cui le divise temono le conseguenze per lo svolgimento del loro lavoro, allora il rischio è che l'Italia piombi nel caos.

Che è l'obiettivo degli antagonisti coccolati dalla sinistra.

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