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"Attacco volgare al ministro Bernini". L'immagine choc all'università di Bologna

I soliti noti di Cambiare rotta hanno messo nuovamente nel mirino il ministro dell'Università: "Rifiutiamo l’elmetto e la guerra negli spazi di formazione"

"Attacco volgare al ministro Bernini". L'immagine choc all'università di Bologna
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L'università di Bologna continua a essere al centro delle polemiche per il manipolo di esponenti di collettivi e centri sociali che a ogni piè sospinto sono pronti a protestare per qualunque cosa non sia di loro gradimento. Non è un caso che il capoluogo felsineo venga anche chiamato "Bologna la Rossa" ma ora le proteste dei militanti sono tutte orientate al no all'arruolamento. Dal governo non si è mai paventata l'idea di una leva generalizzata ma la narrazione dei collettivi rossi, mirata a fare proselitismo tramite la paura, è orientata tutta in questa direzione, usando anche la proposta, rifiutata, dell'Alma Mater di aprire un corso di filosofia per i militari. A guidare la protesta, ancora una volta, Cambiare Rotta, organizzazione giovanile della Rete dei Comunisti, che è diventata capillare in scuole e università.

"Rifiutiamo l’elmetto e la guerra negli spazi di formazione. E rifiutiamo anche i tentativi di porsi a difesa di questi processi" perché "lo sappiamo che non esiste pluralità di idee nella guerra", hanno dichiarato. A capo della loro protesta, i collettivi hanno messo un carroarmato di cartone con a bordo il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Un'immagine choc che ha fatto molto discutere e ragionare sul limite che questi gruppi spostano sempre una spanna più avanti. "Questa non è un’università che garantisce il diritto allo studio. Noi vogliamo che Unibo si impegni in maniera limpida a coprire le borse di studio e che non continui a tagliare sulla didattica e sui servizi agli studenti", hanno aggiunto gli attivisti. Il corso per i militari comunque si farà, a Modena e non a Bologna, ma sarà comunque istituito a partire dall'anno accademico 2026/2027.

Una soluzione trovata "in casa", visto che l'università di Modena è già a supporto dell'Accademia militare. "Il tanto citato corso per giovani ufficiali dell'Accademia di Modena non si terrà più a Bologna, come era stato immaginato in origine, ma si farà all'Università di Modena. È una buona notizia questa, ma è una cattiva notizia per la nostra città e soprattutto per la nostra Università, dove purtroppo il Dipartimento di Filosofia ha dimostrato di essere nei fatti, nelle mani dei violenti centri sociali, che anche oggi hanno manifestato al di fuori del Senato Accademico. All’apparenza un sit-in ma nei fatti un vergognoso teatrino contro il Ministro Bernini, alla quale va tutta la nostra solidarietà", ha dichiarato Stefano Cavedagna, europarlamentare di Fratelli d'Italia.

Quindi, ha concluso, "la grande realtà è che purtroppo ci sono tante istituzioni nella nostra città che sono tenute sotto scacco dai centri sociali, primo tra tutti il Comune di Bologna e l'Amministrazione in mano alla Giunta Lepore. Bologna non può continuare a pagare il prezzo della sudditanza ideologica e della complicità con le frange violente dell’estrema sinistra che non rappresentano né la città né il mondo universitario. È tempo che il sindaco Lepore si assuma le proprie responsabilità e scelga da che parte stare: dalla parte dei bolognesi oppure da quella dei teppisti rossi che non perdono occasione per creare caos in città".

Aspre critiche sono arrivate dal mondo politico per l'azione di Cambiare Rotta contro il ministro Bernini, che in altre circostanze è stata rappresentata in maniera anche più offensiva per il suo onore. "Ancora una volta l'Università di Bologna è teatro di una protesta che rifiuta il confronto e imbocca la strada dell'insulto, della delegittimazione personale e della provocazione becera. Quanto accaduto oggi in via Zamboni, con l'esibizione di un carro armato in miniatura e l'attacco indegno al ministro dell'Università Anna Maria Bernini, non fa che confermare il degrado di certa militanza travestita da impegno civile", ha dichiarato il presidente del gruppo Forza Italia nell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna e membro della segreteria nazionale del partito azzurro, Pietro Vignali.

"Attaccare in modo così violento un ministro della Repubblica è volgare e profondamente lesivo delle istituzioni. Un'azione che nulla ha a che vedere con la protesta democratica e che, soprattutto in un contesto universitario, svilisce il senso stesso del dibattito pubblico", ha aggiunto.

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