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"Autonomia entro il 2023". Fontana accelera, le opposizioni strillano

Il presidente della Regione Lombardia tiene il punto sull'autonomia: "I primi risultati entro il 2023". Le oppisizioni si scagliano contro la riforma: "È un'ipotesi di scissione del Paese"

"Autonomia entro il 2023". Fontana accelera, le opposizioni strillano

Nei giorni scorsi, la riunione a Palazzo Chigi sul punto delle riforme, ha definito il “cronoprogramma” per arrivare, in una delle prossime sedute del Consiglio dei ministri, all’approvazione preliminare del disegno di legge sull’autonomia differenziata. Non è da escludere che si possa arrivare ad un via libera alla bozza presentata dal ministro Calderoli prima delle elezioni regionali del 12 febbraio. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, lo auspica e ribadisce la posizione del suo partito: “Non ci sono dubbi sul fatto che l’Autonomia si farà. Entro la fine dell’anno potremo vedere già qualcosa di concreto”.

Fontana accelera sull'autonomia

La bozza di riforma avanzata a fine dicembre dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, è in attesa dell’approvazione del Consiglio dei ministri. Lì si vedrà la volontà, o meno, di portare avanti il dossier dell’autonomia differenziata, tema di bandiera del Carroccio. Il presidente Attilio Fontana, ai microfoni di Radio 24, si concentra sul nodo delle riforme. Se da un lato tiene il punto sull’autonomia, dall’altro rimarca la volontà di portare avanti la riforma in senso presidenziale del Paese.Autonomia e presidenzialismo – spiega Fontana - credo che siano due riforme, tutte e due importanti e fondamentali per il futuro del nostro Paese”. Al contrario, l’orizzonte temporale delle due riforme, non può combaciare: “Devono proseguire in modo distinto”. A differenza dell’autonomia differenziata, il presidenzialismo, tanto caro a FdI, necessita di un “intervento costituzionale”. Due riforme radicali, che potrebbero compattare la maggioranza e cambiare il sistema politico italiano. Ambedue rappresentano due capisaldi del programma di coalizione, promosso a pieni voti dagli elettori di centrodestra.

Fontana ha le idee chiare sul dossier e vede nel 2023 l’anno del trasferimento delle prime competenze alle Regioni. “Io credo che entro la fine dell’anno si potrebbe già vedere qualcosa di concreto, qualche competenza già trasferita”. Ma il presidente della Lombardia, ricandidato alla guida della Regione per il centrodestra, non vuole fare il passo più lungo della gamba: “Non è assolutamente pensabile un trasferimento contestuale di 23 materie, anche da un punto di vista organizzativo sarebbe insopportabile”. Da quest’anno dovrebbero arrivare i primi risultati e, secondo Fontana, “si può iniziare ad avere dei trasferimenti che poi nel tempo aumenteranno e ci porteranno ad avere quante materie ciascuna Regione chiederà”.

Le opposizioni strillano

Mentre la riforma prosegue a piccoli passi l’opposizione strilla. Divisi su un’infinità di fronti, compatti su un punto: il no secco all’autonomia differenziata. E come al solito, oltre alle critiche strumentali, arriva il classico allarme apocalittico. Prima era la paura di un “ritorno al fascismo”, dopo si è passati alla “destra sfascia conti” nella Manovra finanziaria, ora abbiamo il rischio di “scissione del Paese”. In prima fila contro l’autonomia, Pina Picierno, esponente dem e vicepresidente del Parlamento europeo:“È una nemmeno troppo velata ipotesi di scissione del Paese. È l’idea di una Lega identitaria che torna ad ingaggiare una battaglia del Nord contro il Sud”. Non è da meno il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, che parla di una“destra che gioca con le riforme senza avere un’idea di Nazione”.

Le opposizioni all’unisono bacchettano l’esecutivo e si scagliano contro l’autonomia differenziata. Un motivo in più per mettere da parte le divergenze e continuare a battere sul tema delle riforme.

Presidenzialismo da una parte, autonomia dall’altra.

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