"Bambini trattati come merci". Il piano di FdI contro la maternità surrogata

Fratelli d'Italia ha presentato un disegno di legge per vietare la maternità surrogata degli italiani anche all'estero: "È una commercializzazione del corpo femminile e dei bambini"

"Bambini trattati come merci". Il piano di FdI contro la maternità surrogata

"Il ricorso a queste pra­tiche è in vertiginoso aumento e la maternità surrogata sta diventando un vero e proprio business". È questa la premessa contenuta nel disegno di legge presentato da Fratelli d'Italia per porre la parola fine alla forma di procreazione assistita. Il partito di Giorgia Meloni non ha mai fatto mistero di essere contrario alla gestazione per altri: ora il ddl targato FdI al Senato mira a perseguire la maternità surrogata come reato universale, quindi anche se dovesse essere commesso da italiani al di fuori del nostro Paese.

Il ddl di FdI sulla maternità surrogata

Il disegno di legge è di iniziativa di Isabella Rauti (sottosegretario alla Difesa) e Lucio Malan (capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Madama) ed è stato comunicato alla Presidenza il 26 ottobre 2022. In sostanza si chiede di modificare l'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano.

"Le stesse pene si applicano anche se il fatto è commesso al­l'estero", si legge nella proposta dei meloniani. Quanto alle norme in materia di procreazione medicalmente assistita, allo stato attuale si prevedono la reclusione da tre mesi a due anni e la multa da 600mila a un milione di euro per "chiun­que, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di ma­ternità".

Ma i riflettori sono puntati su quei Paesi in cui la pratica della maternità surrogata viene considerata legale. Ad esempio si fa riferimento a quelli europei e in particolar modo a quelli extraeuro­pei come India e Stati Uniti d'America. Da qui la necessità di attivarsi per contrastare quello che viene definito un vero e proprio "business".

"Commercializzazione del corpo femminile"

Nella premessa del disegno di legge si fa luce sulla diffusione del cosiddetto turismo procreativo: il termine viene usato per definire quel fenomeno per cui le coppie italiane che non possono avere figli ricorrono alla tecnica della surrogazione di maternità in un Paese in cui invece tutto ciò è consentito.

Nel testo si afferma senza mezzi termini che le pratiche della surrogazione di mater­nità rappresentano "un esempio esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e degli stessi bambini che nascono attraverso tali pratiche, che sono trattati alla stregua di merci".

Tra le altre cose viene denunciato un vuoto normativo per quanto riguarda la li­ceità o no della surrogazione di utero (in generale della maternità) attuata all'estero da parte di cittadini italiani.

Il disegno di legge punta a colmarlo, intervenendo sulla legge n. 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita attraverso l'introduzione della punibilità del reato anche quando sia stato commesso in un Paese straniero.

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