Benedette figurine Ecco la parrocchia che colleziona fedeli

L'invenzione di don Mario: raccogliere in un album le sue 300 pecorelle. Serve a fare "squadra" e beneficenza

Benedette figurine Ecco la parrocchia che colleziona fedeli

Scambiatevi un segno di pace. Ma anche qualche figurina. Don Mario, durante la messa, benedice tutto. Anche perché l'ideatore dell'Album dei Fedeli è proprio lui.
Benvenuti nella raccolta-«figu» della parrocchia SS. Trinità di Milano in zona Paola Sarpi, la Chinatown del capoluogo lombardo; qui gli stranieri abbondano, apri una bustina ed ecco spuntarne almeno un paio. Celo/manca, celo/manca, celo/manca...: le immagini adesive non sono di calciatori famosi (o rarissimi come Pizzaballa), ma il rito è lo stesso. C'è la collezione da completare. Per riuscirci non servono santi in paradiso, anche se in questo caso una certa protezione dall'«Alto» è comunque garantita. Chiedere sconti sarebbe peccato mortale: l'album costa 3 euro e ogni bustina 60 centesimi. Con divina gentilezza la signora Anna che - guarda caso - di cognome fa Di Dio, ci accoglie al bar dell'oratorio.
Buongiorno. Anche se non sono della vostra parrocchia, posso avere l'album Champion della SS. Trinità?
«Certamente, 3 euro, prego...».
Mi dà anche due bustine?
«Fa un euro e 20...».
Signora, ma lei c'è nell'album?
«Certo. Anche se la foto non è un granché...».
Ne vendete tante di bustine?
«Un successone. Perfino i giornali parlano di noi...».
E don Mario dov'è?
«Sta facendo un'intervista. Con Avvenire...».
Ecco, appunto...
Don Mario è gettonatissimo. Il suo Album di Famiglia non ha in copertina la storica rovesciata di Carletto Parola (icona delle celebri raccolte-calciatori Panini) ma tanti scatti di vita comunitaria: pellegrinaggi, tornei sportivi, funzioni religiose e decine e decine di volti che rappresentano la grande «squadra» di don Mario, l'Oronzo Canà dell'International Club SS. Trinità. E che si tratti di una società davvero multietnica lo si capisce fin dall'ingresso in oratorio dove il foglio con su scritto «Si preda di chiudere la porta» appare anche in lingua cinese. Al di là della porta campi da calcetto, campo da basket, teatro, bar, cinema: una sorta di cittadella del divertimento solidale allenata dall'inossidabile «mister», don Mario Canà. Don Mario (il cognome vero è Longo) è un sacerdote di confine, nel senso che in lui convivono modernità («Ascoltare i giovani è fondamentale») e tradizione («Un'intervista? Sì, ma non dopo le 11,30. A mezzogiorno devo pranzare...).
La sintesi del don Mario-pensiero è nella prima pagina dell'album: «Quando mi è stato proposto di realizzare una raccolta di figurine per le nostre squadre di basket, ho pensato che forse si poteva estendere l'iniziativa a tutta la parrocchia, Così, dopo aver sentito diversi pareri, mi è sembrato giusto inserire anche le figurine che illustrassero tutte le iniziative e le persone che ogni giorno animano la nostra comunità parrocchiale». Un'antologia di «santini», un po' sacri un po' profani, che non esclude nessuno: si parte con la «figu» numero 1 di don Mario (piccolo peccato di vanità, prontamente amnistiato dal suo Supremo Capufficio) e si finisce con la numero 297 dedicata ai «capi branco» del noviziato. In mezzo una ventina di pagine divise per caselle e sezioni che inglobano religiosi, collaboratori, chierichetti, coristi, animatori, dirigenti sportivi, atleti, catechisti, alunni, scout ecc. Un «popolo in cammino» verso la fede in Cristo - certo -, ma da oggi anche verso un obiettivo meno importante ma altrettanto prestigioso: completare l'Album della SS. Trinità.
«Le nostre figurine - sottolinea don Mario - ci ricordano che siamo in tanti e che insieme formiamo una bella “squadra“, dove si cerca di vivere con lo stile della famiglia: quella vera. Un album che ci aiuterà a conoscerci sempre più, a dare ad ogni volto un nome».

Come i volti e i nomi che io ho trovato nelle mie due bustine: da Patrizia Cappella (figurina numero 49, sezione «segreteria») al piccolo Rocco Lucini (numero 157, sezione «pittori su ceramica»); da Henry Mesidor (numero 10, sezione «collaboratori») a Giuseppe Ventrella (numero 146, sezione «pallavolo mista»); da Mina Versace (numero 212, sezione «bar») a Laura Quaratesi (numero 215, sezione «catechista dei piccoli»). E poi: celo/manca, celo/manca, celo/manca... sembra una preghiera. Forse lo è.

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