
È pesantissimo il giudizio che Giuliano Amato ha espresso nei confronti di Enrico Berlinguer. L'occasione pubblica gli è stata fornita dal convegno per i cent'anni dalla nascita di Giorgio Napolitano, scomparso nel settembre 2023, che si è tenuto in Senato. In un passaggio del lungo intervento dell'ex presidente del Consiglio, pubblicato in un video dal sito di Radio Radicale, diventa evidente la "condanna" politica inflitta allo storico leader del Partito Comunista Italiano.
"In molti c’è sempre la tentazione di poter mettere tutti i propri santi allineati allo stesso modo, che si baciano e si abbracciano nel loro paradiso - sostiene Amato poco prima di andare giù pesante contro Berlinguer -. Non è così, non è così. La storia d’Italia sarebbe stata diversa se Giorgio Napolitano non fosse rimasto in minoranza e se la sua prospettiva fosse stata condivisa da un uomo di grande fascino ma privo di vedute per il futuro".
Nella sostanza, Amato attacca l'intera esperienza politica del segretario del Pci a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, mentre invece difende a spada tratta l'operato di quel Napolitano che, ai tempi, faceva parte della corrente "migliorista" del partito di estrema sinistra che tendeva a intrecciare un dialogo più proficuo con il Partito Socialista dell'emergente Bettino Craxi in nome di una svolta socialdemocratica del movimento, che però non si è mai realizzata (se non in parte dopo la caduta del Muro di Berlino).
"Questa è la verità che oggi è ancora difficile per molti accettare perché il fascino dell’altro, il fascino di Berlinguer ha un che di emotivamente invincibile - ha proseguito l'ex presidente della Corte Costituzionale durante il suo discorso -.
Ma ha imbucato quella grande forza che era stata preservata con sacrificio, anche ideale, salvandola dal naufragio nel 1956 e l’ha portata verso il vuoto…", conclude. Insomma: una bocciatura totale per uno dei simboli della sinistra italiana, che sarà sicuramente destinata a provocare un gran dibattito tutto interno alle forze progressiste.