No agli insulti e alle minacce, ma no anche alle «strumentalizzazioni di qualsiasi genere». Lo scrive - commentando il caso della studentessa di Padova insultata su Facebook - la biologa Susanna Penco, ricercatrice dipartimento di Medicina sperimentale dell'Università di Genova, malata di sclerosi multipla da 20 anni e convinta «che sia proprio la sperimentazione animale ad allontanare le soluzioni e quindi la guarigione per i malati». Il futuro, afferma, è «la medicina personalizzata, che sfrutta le differenze genetiche inter-individuali per capire il funzionamento delle malattie umane». Scrive la dottoressa: «Ho appreso del clamore suscitato in rete dalle affermazioni di una studentessa malata, con la quale condivido la sfortuna di non aver avuto la salute. Mi sconfortano le parole offensive. Tuttavia, contrariamente a lei, troverei umiliante per me stessa farmi fotografare con una flebo attaccata alla vena: pertanto metto in rete una foto in cui appaio sorridente». La biologa precisa che grazie alle conoscenze scientifiche è «persuasa che, anche per le malattie più agghiaccianti sia proprio la sperimentazioni sugli animali ad allontanare le soluzioni e la guarigione per i malati». Sono spesso malattie croniche, che costringono i pazienti e le famiglie ad una vita drammatica. Inoltre, le terapie sono molto costose per il Ssn. Se si abbandonasse un metodo fuorviante sottolinea la ricercatrice - e ci si concentrasse sull'uomo, i progressi della scienza sarebbero più rapidi ed efficaci: io spero risolutivi». Una via per arrivarci è la donazione degli organi per la ricerca.
«D'accordo con i miei parenti racconta la Penco - ho donato il cervello affinché sia studiato dopo la mia morte». E conclude: «Se c'è un modo di capire le cause e di guarire anziché curare, dovremmo cominciare a studiare i tessuti umani e anche gli organi post-mortem».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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