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"Si è insediata a marzo...". Boccia difende la Schlein ma per lui è un boomerang

Il capogruppo Pd al Senato prova a salvare la neo segretaria dalla tranvata elettorale, ma ci finisce dentro lui che era responsabile delle amministrative fino all'arrivo di Elly che lo ha promosso al Senato

"Si è insediata il 12 marzo...". Boccia difende la Schlein ma per lui è un boomerang

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Il centrodestra, dopo aver vinto le elezioni politiche otto mesi fa, conquista anche le amministrative. L’effetto Schelin non c’è stato e lei non si è proprio vista arrivare. E cosi da ieri sera c'è il suo braccio destro Francesco Boccia spalmato in tutte le televisioni a cercare di cavare un ragno dal buco della batosta elettorale.

Boccia le prova tutte per nascondere la sconfitta: “Siamo comunque il primo partito”. A Myrta Merlino consegna la cartuscella con l’elenco dei consiglieri comunali eletti, di cui si vanta, paragonandolo al bottino magro dei Cinque Stelle. Peccato che lui, ultimo giapponese del campo largo, li voglia ancora come alleati. Nonostante, ovunque abbiano fatto il campo largo, come nella Puglia di Michele Emiliano, siano riusciti a perdere persino Brindisi. "Ma abbiamo vinto a Vicenza e a Gorgonzola...".

"Vorrei ricordare una cosa - ha detto Boccia - Elly Schlein si è insediata il 12 marzo. Non c'è stata un'alleanza decisa dalla nuova segreteria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse". Che le liste fossero già chiuse non è vero, così come che i candidati fossero stati già scelti. Proprio a Brindisi, ad esempio, solo un mese prima delle elezioni, il Pd aveva deciso di scaricare il sindaco uscente, Riccardo Rossi, che fino a quel momento aveva sostenuto in Consiglio comunale, per appoggiare il candidato di Giuseppe Conte. Ma è vero che Elly è arrivata solo il 12 marzo. E chi c'era fino a quel momento nella segreteria precedente, quella di Enrico Letta, come responsabile degli enti locali a decidiere candidati e alleanze per le amministrative attuali? Proprio lui, Francesco Boccia.

Oggi Boccia, per non riconoscere il suo ennesimo personale fallimento, dice che un anno fa, nel piano della segreteria Letta, di cui semrpe lui era braccio destro e responsabile enti locali, "alle elezioni comunali di giugno 2022 il Pd vinse ovunque, per poi perdere alle politiche". Ma come ha ricostruito Pagella Politica, il dato è falso. A giugno 2022 si votò in 22 capoluoghi di provincia e quattro capoluoghi di regione. Al primo turno delle elezioni comunali dello scorso anno, i candidati della coalizione di centrodestra hanno vinto otto capoluoghi: Genova, L’Aquila, Palermo, La Spezia, Pistoia, Asti, Rieti e Belluno. I candidati della coalizione di centrosinistra hanno invece vinto solo in tre capoluoghi: a Padova, Taranto e Lodi. Il 26 giugno si sono poi tenuti i ballottaggi nei restanti tredici capoluoghi di provincia. In quel caso i candidati sostenuti dal Partito Democratico, hanno vinto in sette capoluoghi: Verona, Parma, Catanzaro, Monza, Piacenza, Alessandria e Cuneo, contro i quattro del centrodestra e due civici. Risultato amministrative 2020: dodici per il centrodestra e dieci per il centrosinistra. Boccia, quindi, dice una cosa non vera.

Nei giorni scorsi l'ex ministro ne aveva detta un’altra delle sue venendo smentito dal premier Giorgia Meloni in persona. "L’Italia è l’unico Paese che non ha ancora comunicato alla Commissione la cifra esatta di prestiti per il REPowerEU di cui intende usufruire", ha detto. E la leader di Fratelli d'Italia ha risposto: "Non è vero solo cinque Stati hanno comunicato la richiesta dei prestiti alla Commissione Ue". Infatti solo Malta, Slovacchia, Francia, Estonia e Portogallo hanno inviato la richiesta di integrare i piani del Pnrr, e solo la richiesta dell’Estonia è stata accettata. Mentre tuti gli altri sono nella stessa condizione del nostro Paese.

Se è vero che la tranvata delle amministrative non si può addebitare solo alla neo segretaria, che è l’ultima arrivata, certamente si può attribuire anche a Boccia, che c’è sempre stato, in ogni stagione, maggiordomo di ogni segretario.

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