Bondi non torna indietro: "Forza Italia non mi manca Le liti tra ex rafforzano il Pdl"

Il coordinatore: "Il mio vecchio partito vive ancora nel progetto di unità dei moderati- Il fermento prova che l’amalgama è riuscito". Udc o Lega? "Saranno loro a cercarci"

Bondi non torna indietro: "Forza Italia non mi manca  Le liti tra ex rafforzano il Pdl"

Onorevole Sandro Bondi, due anni di vita e il Pdl si sta già rompendo, siete un amalga­ma mal riuscito come il Pd?
«Il Pdl non è mai stato così unito e concorde sulla scelte politiche fondamentali, assunte nelle as­semblee di partito attraverso un li­bero confronto democratico».

Gli ex di Forza Italia però stan­no facendo liste «identitarie» in ogni dove, in aperta contrap­posizione con gli ex An.
«Si tratta di casi isolati, ispirati da motivazioni e situazioni molto diverse, ingigantite da una parte della stampa che ha interesse a for­nire l’immagine di un Pdl diviso fra ex di Forza Italia e ex di Allean­za nazionale. Per chi conosce la dialettica e la nostra vita interna non ci può essere nulla di più mi­stificatorio e lontano dalla real­tà ».

Però gli ex An domani si riuni­scono a San Babila rivendican­do, loro pure, le proprie radici .
«L’incontro di domani è per l’appunto un appuntamento al quale partecipano esponenti pro­v­enienti dalle più diverse tradizio­ni. E conferma ciò che è avvenuto nel corso dei nostri congressi: ri­mescolamenti della carte e allean­ze trasversali rispetto alle passate esperienze nel segno quasi ovun­que del rinnovamento».

Lei è fra i nostalgici di Forza Ita­lia o fra chi dice che un altro Pdl è possibile?
«Sono stato per oltre 6 anni il co­ordinatore di Forza Italia e uno stretto collaboratore del presiden­te Berlusconi. La storia di Forza Italia è perciò una parte della mia vita personale. Ne serberò sem­pre un ricordo entusiasmante. Il Pdl è stato il risultato della voca­zione unitaria di Forza Italia, del­la vocazione cioè a rappresentare la maggioranza dei moderati. An­che il Pdl può diventare, se ve ne saranno le condizioni, il punto di partenza di un ulteriore passo avanti sulla strada della costruzio­ne dell’unità dei moderati. Oggi però questo traguardo al quale non abbiamo mai rinunciato pas­­sa attraverso la difesa e il rafforza­mento del Pdl e della novità costi­tuita dalla segreteria politica di Angelino Alfano».

Una volta nel partito comanda­va Berlusconi. Ora che fate i congressi chi perde non sa sta­re in minoranza...
«Devo contraddirla. Anche du­rante la storia di Forza Italia stia­mo stati artefici di una stagione congressuale molto interessante. E non è vero che Berlusconi co­mandava. Berlusconi non hai mai comandato nel senso tradiziona­le della parola. La sua leadership si è sempre espressa, come del re­sto oggi, attraverso l’arte della per­suasione e del convincimento. Ri­peto vi sono pochi casi di persone abituate davvero a comandare nel partito,all’ombra di Berlusco­ni, senza avere mai avuto né auto­revolezza né particolari capacità politiche né consenso locale».

C’è un problema di tessera­mento, per esempio nel Lazio i congressi vengono rinviati...
«Ci sono mediazioni da trova­re. E si troveranno. Anche questa è una qualità della politica e della moderazione».

Lei pensa che il Pdl debba guar­da­re a una grande casa dei mo­derati, con l’Udc e magari pez­zi di Pd, oppure che debba ricu­cire un’alleanza con la Lega?
«Noi dobbiamo creare, come stiamo facendo, una grande forza politica nazionale, moderata e po­polare.
Saranno gli altri a doversi porre il problema di cercare un’al­leanza con noi».

La sfida del bipolarismo lancia­ta da Berlusconi nel ’94 è falli­ta?
«Un certo tipo di bipolarismo è fallito perché in Italia non abbia­mo una sinistra democratica e ri­formista. Questa sinistra rischia oggi anche di far fallire il governo tecnico presieduto da Monti».

Le amministrative sono un banco di prova per la politica o, come dice Alfano, «titoli di coda di un film finito»?
«Le amministrative fotografa­no una­fase politica nella quale tut­te le vecchie alleanze sono in crisi, salvo quella di Vasto che resiste ­anche se non ovunque - per puro istinto di potere. Le amministrati­v­e ci diranno quali sono i partiti at­torno ai quali possono nascere nuove alleanze, più coerenti sul piano politico e programmatico».

Però il Pdl investirà pochi sol­di e Berlusconi non pare inte­ressato a finanziare la campa­gna elettorale .
«Non è vero. Berlusconi e il Pdl faranno tutto quello che si può fa­re per sostenere adeguatamente i nostri candidati, sapendo che a li­vello locale più che la propagan­da contano la credibilità dei no­stri candidati o sindaci uscenti».

Alfano dice che il governo Mon­ti non scade come lo yogurt. Nel 2013 si punterà ancora su un premier tecnico?
«Alfano ha ragione.

Pensare, co­me sembra credere la sinistra, che si può archiviare questa fase e l’esperienza di questo governo co­me se nulla fosse accaduto, per tornare semplicemente alla politi­ca che abbiamo già conosciuto, sarebbe un imperdonabile erro­re ».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica