
Piove? Colpa del governo. Fa caldo? Colpa di Meloni. La guerra a Gaza? Colpa del cambiamento climatico contro cui la premier non fa nulla. Si ritorna al punto di partenza: è sempre colpa di Giorgia Meloni. La sinistra, partiti, editorialisti, attivisti e opinionisti, scaricano le pallottole dei propri fucili contro il presidente del Consiglio anche quando le lancette del termometro superano i 40 gradi. Si aggiunge poi la solita truppa di vip e artisti. Il capo-banda è Angelo Bonelli, il leader dei Verdi che arrivò (sfiorando il ridicolo) ad accusare Meloni per il prosciugamento dei fiumi in Alto Adige. Stavolta Bonelli (senza colpi di sole) attacca: «Governo di climafreghisti. Si prosegue con politiche contro il clima: no alla legge sulla natura, sì al gas, per arricchire i petrolieri, mentre i pensionati pagano bollette raddoppia ». Bonelli però viene superato sul fronte ambientalista dagli attivisti di Extinction Rebellio n, che a Torino danno vita, ieri, a manifestazione simbolo contro il Palazzo del Comune con statue e striscioni. Un gruppo di attiviste e attivisti ha scelto di arrampicarsi sulle due statue collocate ai lati dell’androne principale del palazzo comunale, vestendole con i colori della Palestina e appendendo un grande striscione bianco con la scritta: «Torino 2030: guerra o clima?» Sulla soglia dell’edificio, a terra, altre persone reggevano un secondo striscione: «Basta accordi con stati genocidi». Gli attivisti spiegano che il settore militare è responsabile del 5% delle emissioni globali di gas serra,
e che quindi nessun piano credibile di azzeramento delle emissioni può escludere il ruolo della guerra e del riarmo. A sinistra spuntano anche i furbi. Matteo Ricci, europarlamentare Pd e candidato per la presidenza della Regione Marche, sfrutta il caldo nella sua campagna elettorale contro il governatore uscente Francesco Acquaroli. «Pianteremo - promette - 1,5 milioni di alberi perché abbiamo bisogno dell'ombra, un elemento fondamentale per contrastare il cambiamento climatico. Per questo abbiamo deciso che, nei prossimi anni, in accordo con i comuni, pianteremo un albero per ogni cittadino marchigiano».
C’è poi l’ex presidente della Camera Laura Boldini, che non esita un istante a dare la colpa al caldo (e al cambiamento climatico) della caduta a Milano dell’insegna delle Generali. «Eh, il cambiamento climatico non esiste», commenta la Boldrini, ospite di un talk su La 7 , facendo ironia su chi non crede che il clima sia la causa di ogni problema nel mondo. Paginate e paginate. Fiumi d’inchiostro anche da parte di intellettuali e opinionisti per mettere in relazione l’aumento delle temperature e il governo di centrodestra. Conchita De Gregorio si lancia in una lunga disamina. E poi ecco Pier Luigi Bersani che si accoda alla narrazione. Caldo? Colpa del governo negazionista. «Spero che anche chi ha votato la destra senta un filino di caldo» attacca Bersani accusando il governo italiano di essere «demenziale, colpevole di negare il cambiamento climatico ». Non manca all’appello
lady Tesla: «Si muore di caldo, il governo climafreghista nega il problema e se ne frega dei più deboli
» attacca Elisabetta Piccolotti, moglie di Nicola Fratoianni. Infine, anche la segretaria del Pd Elly Schlein si aggiunge al coro, invocando dal governo «politiche più coraggiose» per combattere il cambiamento climatico.