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"Brutto segnale", "Lottizzazione". Sulla Rai volano gli stracci tra Pd e M5S

L'astensione di Di Majo nel Cda Rai scatena la baruffa giallorossa. Schlein: "Sono più vicina a chi ha votato no". I 5 Stelle al veleno contro i dem: "Non avete mai rinunciato alla lottizzazione"

"Brutto segnale", "Da voi lottizzazione". Sulla Rai volano gli stracci tra Pd e M5S

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"Brutto segnale", "Da voi lottizzazione". Sulla Rai volano gli stracci tra Pd e M5S

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Sulle nomine Rai va in scena la baruffa giallorossa. Un fronte che dovrebbe spaccare maggioranza e opposizione in realtà ha finito per alimentare la discussione tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle, che non hanno rinunciato a lanciare stoccate e a punzecchiarsi in maniera incrociata. A infuocare il dibattito è l'astensione di Alessandro Di Majo, in quota Movimento 5 Stelle, nel corso del Consiglio di amministrazione che si è riunito ieri mattina per dare il via libera al pacchetto dei direttori di testate e di genere.

L'attacco del Pd al M5S

Sul punto si è registrata la classica strategia del letargo da parte di Elly Schlein, che si è espressa sul tema senza però ricorrere a toni sferzanti e duri alla luce di quanto accaduto. Il segretario dem, intervenuto ai microfoni di Piazzapulita su La7, si è limitato a comunicare di condividere le ragioni di chi ha spinto a votare "no" alle nomine Rai in questione: "Sono più vicino a loro. Solo i 5 Stelle possono rispondere delle loro azioni".

A sposare una linea più netta ci ha pensato Sandro Ruotolo, secondo cui la decisione di Di Majo di astenersi in Cda rappresenta "un brutto segnale". Secondo quanto riportato dall'Ansa, il responsabile Informazione del Pd è rimasto sorpreso dall'atteggiamento dei grillini a cui non ha ancora trovato una motivazione: "Ci ha certamente indeboliti". Per Ruotolo la divisione delle opposizioni "non è un buon segno". In sostanza, dal suo punto di vista, si è persa un'occasione per unire i partiti al di fuori della maggioranza.

La sferzata grillina ai dem

L'approccio del Movimento 5 Stelle sul fronte Rai rischia di incidere sul dialogo giallorosso, con il pericolo che possa scalfire un rapporto già avviato che però in più occasioni si è mostrato agitato. Lo dimostra anche la reazione dalla galassia 5S, che ha invitato il Partito democratico a lavorare per una nuova legge sulla governance. Per il presidente Giuseppe Conte la legge che introdusse Renzi è "sciagurata", motivo per cui ha chiesto di partorire una riforma del servizio pubblico che cambi passo.

Il deputato Dario Carotenuto, riferisce l'Ansa, ha voluto porre l'attenzione sul fatto che il Pd è il partito "che ha voluto e approvato l'attuale legge che prevede la nomina dell'amministratore delegato da parte del governo". Per l'esponente grillino è necessario arrivare a una nuova legge sulla governance, togliendo il potere di nomina dell'ad in capo all'esecutivo. Carotenuto, ribadendo l'appello alla riforma, non ha fatto mancare un'altra frecciatina ai dem: "Lo diciamo anche al Pd, che nel passato come nel presente non ha mai rinunciato alla lottizzazione, puntando poi il dito altrove".

Quello della Rai è solamente uno dei tanti terreni di battaglia su cui emergono profonde divergenze tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle, che continuano a presentarsi in ordine sparso nelle elezioni amministrative e ad assumere posture talvolta differenti in Parlamento.

Quello che doveva essere un proficuo dialogo per un'alleanza strutturale sta diventando sempre più una disputa dai toni aspri.

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