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Una leader grigia ma vincente come Adenauer

Solo il grande statista e Kohl avevano ottenuto maggioranze così larghe

Una leader grigia ma vincente come Adenauer

Sfiorata la maggioranza assoluta, niente Grosse Koalition, puniti i liberali, bene gli anti euro ma alla fine della fiera comanda sempre lei. Il primo leader europeo a guadagnarsi la conferma degli elettori dopo l'inizio della crisi economica: Angela Merkel si avvicina al mito di Adenauer e di Kohl guadagnando almeno 302 seggi su 606 (secondo le proiezioni), con Cdu-Csu al 42,3% (+8,5% sul 2009) che le valgono un voucher di governo in quasi solitudine.
La Cancelliera sbaraglia la tiepida concorrenza dei socialisti e vince anche su se stessa. Parla subito di un risultato eccellente: «Cari amici oggi siamo davvero entusiasti di questo grande risultato, vorrei ringraziare elettori e elettrici che ci hanno dato una fiducia così grande. Faremo tutto il possibile nei prossimi 4 anni per il successo della Germania». Ma il miglior risultato dalla Riunificazione tedesca per la Cdu, (circa 8,5 punti percentuali in più rispetto alle elezioni 2009), porta in dote la debacle dei liberali alleati. La Fdp del ministro degli Esteri uscente Guido Westerwelle è fuori dal Parlamento per la prima volta dal dopoguerra, con appena il 4,5% e accusa una perdita netta del 10%. Difficile mandar giù come un partito di governo abbia potuto subire questa sorte: finora aveva avuto un destino simile solo l'ex partito di blocco di guerra Bhe nel 1957 nella giovane Repubblica Federale. Frustrato il leader Rainer Brüderle: «È chiaro che è il risultato peggiore che abbiamo mai realizzato, una tomba per noi». E aggiunge: «Mi assumo la piena responsabilità, ma questa non è la fine del partito». Non la pensa così il presidente Philipp Roesler che annuncia «conseguenze politiche».
Comunque vada, gli anti-euro dell'Afd, appena sotto alla soglia di sbarramento del 5% (sono al 4,9%), hanno vinto la loro partita dal momento che si presentavano alle urne per la prima volta ed erano dati attorno al 2%. Bernd Lucke ammette: «Oggi abbiamo arricchito la democrazia in Germania». E a Brandeburgo il candidato degli antieuro Alexander Gauland annuncia: «Siamo noi gli eredi della Fdp».
Sconfitti in partenza, i socialisti della Spd hanno raggiunto il 26,3% dei voti, segnando un più 3% circa rispetto alla performance del 2009 (fu il loro peggior risultato di sempre). Amaro Peer Steinbrueck: «Non abbiamo ottenuto il risultato che volevamo, anche se è chiaramente migliore di quello del 2009. Ora la palla è nel campo di Angela Merkel». Pagano dazio per una campagna elettorale condotta senza mordente, con la ciliegina sulla torta del dibattito televisivo Merkel- Steinbrueck in cui il candidato socialista non accennò né ad un attacco alla cancelliera uscente né ad una critica neanche sul tema scottante dell'eurocrisi o degli aiuti alla Grecia. Verdi e sinistra radicale (Linke) al terzo posto con l'8%, in calo rispetto al 2009 (erano rispettivamente 10,7% e all'11,9%). Katrin Göring-Eckardt, numero uno dei Verdi, ringrazia gli attivisti, ma ammette: «Oggi si deve dire con chiarezza che non abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. Abbiamo bisogno di un'analisi onesta e chiara». Niente da fare per il Partito Pirata, che non è riuscito a superare l'ostacolo della soglia minima.

Il più rapido a congratularsi con frau Angela è stato il presidente francese, François Hollande, che ha invitato la collega non appena le sarà possibile a «proseguire la stretta collaborazione» franco-tedesca, «per affrontare le nuove sfide per la costruzione europea».
twitter@FDepalo

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