Le previsioni elettorali, come i pronostici sportivi, le sbaglia solo chi le fa. Infatti, sabato avevamo scritto su queste colonne che le amministrative non avrebbero suscitato entusiasmo, e che quindi ci sarebbe stato un notevole calo di affluenza ai seggi, e, invece, i dati forniti dal Viminale non confermano una grande disaffezione per il voto. Una diminuzione del numero di cittadini recatisi alle urne c’è stata: intorno al 6 per cento rispetto alla tornata precedente. Nulla di catastrofico.
Significa quantomeno che, se la politica romana è minacciata dall’antipolitica (dalle sue espressioni più truci), non altrettanto succede a livello amministrativo. Insomma, se si tratta di scegliere un partito, parecchia gente storce il naso e afferma di aver perso fiducia nei suoi rappresentanti in Parlamento; se, viceversa, bisogna eleggere sindaci, governatori di Regione e presidenti di Provincia, pochi si tirano indietro, a giudicare dalle cifre parziali, comunque da prendersi con le pinze. Ciò sorprende in parte. La nausea provocata dai politicanti è qualcosa di più di una sensazione, e avrebbe potuto influire anche su chi era ed è chiamato a rinnovare le amministrazioniperiferiche. Secosì non è stato, probabilmente lo si deve al fatto che nei Comuni, in particolare, e, in generale, sul piano locale gioca a favore del voto la conoscenza diretta delle persone da investire di responsabilità gestionali. Non è un caso che le cosiddette liste civiche, non strettamente collegate a organizzazioni politiche tradizionali, siano varie e spesso ottengano buoni risultati. Insomma, sul territorio conta di più la reputazione dei candidati che non l’affidabilità dei partiti.
La consultazione in corso,tra l’altro, si svolge in un momento straordinario non soltanto per le vicende italiane (governo tecnico, tassazione soffocante, spesa pubblica intangibile, debitodabrividi), maanche per quelle internazionali: in Francia ha vinto la corsa all’Eliseo Hollande, e Sarkozy torna a casa con la coda fra le gambe; in Grecia sono stati sconfitti i partiti pro euro, e la moneta unica, in crisi da tempo, rischia di saltare con grave pregiudizio per la sua sopravvivenza in Portogallo, Spagna, Olanda e naturalmente Italia. L’Unione Europea traballa, posto che il successore di Sarkozy non ha alcuna intenzione di inchinarsi alla volontà di dominio della Germania.
Questa serie di fattori, in teoria, potrebbe incidere perfino sull’esito delle nostre amministrative, anche se è difficile immaginare come. Un motivo di suspense è la performance attribuita a Beppe Grillo, considerato da quasi tutti gli osservatori una sorta di favorito col suo movimento Cinque stelle. Ma un conto sono i sondaggi, un altro i voti. Inoltre, per quanto il comico sia in grado di raccogliere il consenso degli arrabbiati, non crediamo possa far saltare i normali equilibri politici del Paese.
Al massimo riuscirà, in questa fase, a portare un contributo di
confusione in una situazione già abbastanza confusa. Oggi pomeriggio, dopo le quindici, avremo delle certezze. Si fa per dire. Intanto consoliamoci con l’affluenza, più che sufficiente a tranquillizzare chi temeva un terremoto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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