È Michaela Biancofiore a convocare la stampa per annunciare l'esposto per «attentato contro l'indipendenza dello Stato», «usurpazione di potere politico» e «attentato contro gli organi costituzionali», anche alla luce di quanto rivelato da Geithner nel suo libro Stress test. Alla deputata di Forza Italia si uniscono come firmatari anche Augusto Minzolini, Gabriella Giammanco, Francesco Giro, Lucio Malan e Emilio Floris. «Ma lo sottoporremo all'attenzione di tutti i parlamentari e ci auguriamo - spiega Biancofiore - che venga sottoscritto da tutti, anche da altri gruppi. Questa non è una iniziativa di Forza Italia ma di parlamentari indignati», perché «qui non è in ballo solo una figura a noi molto cara, cioè Silvio Berlusconi, ma la sovranità italiana. Questo è un atto di patriottismo. Le parole del Segretario del Tesoro Usa evidenziano profili da parte dei così citati officials, funzionari europei, indubbiamente di rilievo penale. Costoro vanno immediatamente individuati».
L'iniziativa giudiziaria è una sorta di secondo binario, parallelo a quello politico della richiesta di una commissione di inchiesta su quanto accadde nel 2011. «Questa vicenda - osserva Minzolini - è stata totalmente sollevata dall'estero. Prima il Wall Street Journal che pubblica la telefonata della Merkel a Napolitano, poi le rivelazioni di Zapatero, l'inchiesta di Friedman e ora il libro di Geithner. Non si può prescindere da un chiarimento perché il fatto è che qui c'è qualcuno che approfitta della perenne guerra tra Guelfi e Ghibellini in Italia per trattarci come burattini». L'ex direttore del Tg1 prefigura un ulteriore scenario di lotta: «Se sarà necessario che si ricorra a una richiesta di impeachment nei confronti di Napolitano perché si parli di questa vicenda qualcuno lo farà». Minzolini rivolge un invito alle altre forze politiche. «Se accadesse al governo Renzi io aderirei immediatamente».
Guarda verso il Colle anche Gabriella Giammanco. «In questi giorni - sostiene - si ripete che ci sono toni troppo alti. Secondo me i toni dovevano essere alzati ancora di più visto quanto è stato rivelato. Non ci possiamo accontentare delle spiegazioni all'acqua di rose di Napolitano».
Se Forza Italia si concentra sui giorni caldi della caduta del governo Berlusconi, Gianroberto Casaleggio in un'intervista al Fatto Quotidiano sposta il mirino sulla nascita di quello di Letta. «C'è quell'invito all'ambasciata inglese a Roma» racconta l'ideologo di M5S. «Era il 10 aprile 2013, una settimana prima delle presidenziali. Eravamo Grillo, io e due nostri collaboratori. L'ambasciatore ci chiese di incontrare Enrico Letta, allora vicesegretario Pd, che aspettava in un'altra stanza. Rifiutammo. Allora ci fecero salire al piano di sopra da una scala di servizio per pranzare con alcuni addetti dell'ambasciata, mentre l'ambasciatore pranzava con Letta. A un certo punto l'ambasciatore o il suo braccio destro ci domandò: voi che ne pensate della rielezione di Napolitano? Poi, quando due settimane dopo ci trovammo Napolitano rieletto e Letta premier, ci dicemmo che forse qualcosa non quadrava... È una prova della forte influenza che i governi stranieri hanno sulle scelte politiche italiane, non solo la Germania.
di Fabrizio de Feo
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