
Smettere di fumare? “No, non ci penso proprio. Quando i politici fumavano erano mediamente molto migliori. Fumavano, leggevano, erano fuori forma, erano grassi, non gliene fregava niente dello sport però leggevano ed erano mediamente più colti”. A dirlo, ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, è il leader di Azione Carlo Calenda, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.
I due conduttori hanno chiesto quale se il vademecum per il buon politico sia fumare, leggere e non fare sport. “Esattamente. Così non perde tempo con le cavolate, non fa il tronista, l’atleta e non si mette a commentare Sinner…”, ha risposto Calenda. L'intervista, poi, ha riguardato anche i temi di più stretta attualità. "Lo rispetto ma non ne faccio parte", ha detto il leader di Azione spiegando che "è conflittuale su tutti" i temi. "Bisogna lavorare insieme su due cose, per me la priorità è la questione salariale", ha aggiunto Calenda. L'intervista, poi, ha trattato anche il suo rapporto con l'ex compagno di viaggio dell'avventura (naufragata pochi mesi le elezioni Politiche) e leader di Italia Viva, Matteo Renzi. "Ultimamente ci siamo trovati a fare una bella iniziativa insieme su Israele e Palestina, poi lui continua a stare nel campo largo e io a restare al centro", ha spiegato Calenda a Un Giorno da Pecora. Il leader e fondatore di Azione, poi, tramite Twitter, si è schierato dalla parte del ministro degli Esteri scrivendo: "Bene Tajani sullo Ius scholae. Se lo porterà in Aula noi lo voteremo e così dovrebbe fare la sinistra, se veramente fosse interessata alla questione della cittadinanza".
Prontamente è la arrivata la risposta del leader del M5S, Giuseppe Conte che, in una nota, ha dichiarato: "Bene, ora sia Tajani che Calenda propongono di approvare lo Ius scholae, la soluzione che il M5S propone da anni. Vediamo se sono solo chiacchiere, come è già successo nella scorsa estate, quando gli annunci di Tajani si rivelarono diversivi da ombrellone, o se finalmente si vuole fare sul serio: le proposte, a partire da quella che porta le nostre firme, sono depositate in Parlamento e la maggioranza ha i mezzi per far partire subito il loro esame".
L'ex premier, poi, ha concluso: "Magi e +Europa cosa faranno? Si accontenteranno di aver piantato una bandierina o convergeranno su questa ragionevole soluzione? Avviare una discussione sullo ius scholae e arrivare all'approvazione di un testo serio e di vero cambiamento per una reale integrazione è il modo migliore per offrire al Paese una riforma di civiltà e dare seguito alle intenzioni di tutti coloro che si sono pronunciati sul quesito referendario".