Camera, il Boldrini show ci è costato 200mila euro

Camera, il Boldrini show ci è costato 200mila euro

Seduta breve ma polemica. Doveva essere lo show della Boldrini. E il programma è stato rispettato. Comprimari i deputati (104), soprattutto della Lega e del Movimento 5 Stelle. Secondo questi ultimi la presidente della Camera dei deputati è scivolata in un eccesso di protagonismo convocando l'aula il 20 di agosto. E per cosa? - chiedono grillini e leghisti - Semplicemente per dare comunicazione formale di assegnazione alla prima e seconda Commissione (sede referente) del disegno di legge di conversione del decreto legge pubblicato il 14 agosto scorso e che viene ricordato come «norma contro il femminicidio». È uno spreco di soldi dei contribuenti, tuona il parlamentare Walter Rizzetto (M5S). «Questa convocazione costa 150-200mila euro!» «Questa convocazione - aggiunge Danilo Toninelli (M5S) - dà l'idea a chi ci osserva da fuori che qui si lavora anche ad agosto ma non è vero». «Immaturi - replica la Boldrini -. Sto compiendo solo il mio dovere istituzionale. Questo è un esercizio di democrazia». La Boldrini prima ancora che cominciasse il fuoco di fila delle polemiche aveva cercato di contestualizzare la sua decisione non solo entro l'alveo di un obbligo costituzionale ma anche attraverso la citazione dei precedenti. E non ci sta ad apparire maniaca di protagonismo. E cita un suo post pubblicato non sulla Gazzetta ufficiale o sul sito della Camera dei deputati bensì sul suo profilo Facebook. Lì ricordava che i parlamenti di altri Paesi hanno vacanze ben più lunghe. Eppure Gianluca Buonanno (Lega) non si convince e continua ad attaccarla chiamandola «Donna Prassede» in omaggio al personaggio dei Promessi sposi che per Manzoni incarnava il prototipo di chi è convinto di essere l'unico detentore della verità. Rincara la dose Roberto Fico (M5S). «Sarà pur vero che siamo qua per osservare un obbligo di legge - spiega - ma il fatto che i parlamenti di altri Paesi abbiano ferie più lunghe non significa niente. Almeno lì le leggi le fanno in parlamento. Qui siamo ancora a zero da quando è iniziata la legislatura». Resta il fatto che di femminicidio si parla poco. Da un lato ci sono i pro-Boldrini che fanno di tutto per ringraziare la presidente. Oppure per ribadire la normalità di una situazione come quella di ieri. Walter Verini (Pd), ad esempio, si guarda intorno e ricorda che per convocazioni come quella durante l'anno l'emiciclo non è certo più popolato. «E poi ci sono un rappresentante del governo (il ministro Dario Franceschini, ndr) e leader politici (il riferimento è a Guglielmo Epifani che resta però in aula appena 20 minuti, giusto il tempo di ascoltare Verini, ndr)». Dall'altra parte è un fuoco di fila di accuse. Il gruppetto dei grillini (una ventina) attacca a 360 gradi e non solo la Boldrini. E, quando scarseggiano d'inventiva, se la prendono con i colleghi della maggioranza che plaudono alla Boldrini.

«Perché ringraziarla se era un atto dovuto?» «Un atto di routine come questo - commenta Simone Baldelli (Pdl) - è stato trasformato in uno show dannoso. Complici non solo la demagogia dei grillini ma pure il protagonismo della Boldrini. Di solito queste comunicazioni all'aula le fa il vice di turno e, magari, davanti ad appena una decina di parlamentari».

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