Elezioni Regionali

Candidati, coalizioni e liste: si vota in Abruzzo, tutte le cose da sapere

Una sfida a due che potrebbe giocarsi fino all'ultimo voto: il centrodestra punta sul presidente uscente Marco Marsilio; la maxi-ammucchiata di sinistra scommette su Luciano D'Amico

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Gli occhi della politica nazionale sono rivolti verso l'Abruzzo, la Regione che oggi è chiamata al voto e che vede un'interessante sfida a due: da una parte il centrodestra ha deciso di puntare sul presidente uscente Marco Marsilio; dall'altra tutta l'opposizione è riuscita a compattarsi attorno al nome di Luciano D'Amico dando vita al "campo larghissimo" in formato extralarge. La sinistra spera nel traino dell'effetto Sardegna, augurandosi che la vittoria di Alessandra Todde possa spingere gli elettori a sposare un cambiamento anche in Abruzzo. Dal proprio canto il centrodestra auspica che i 5 anni di governo regionale possano essere premiati alle urne. La partita è apertissima: tutto potrebbe giocarsi fino all'ultimo voto.

Marsilio, l'uscente che tenta il bis

Nato a Roma il 17 febbraio 1968, laureato in Filosofia, Marco Marsilio tenta di strappare il bis alla guida dell'Abruzzo. Conta sul sostegno di 6 liste, potendo vantare una naturale unità del centrodestra che ha scelto di proporlo di nuovo come candidato: al suo fianco vi sono Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi moderati, Unione di centro - Democrazia cristiana e la lista Marsilio presidente.

Fin da subito decide di dedicarsi alla politica: partecipa ai movimenti studenteschi e universitari e dal 1996 al 2000 ricopre il ruolo di vicepresidente di Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale. Dal 1993 al 1997 riveste i panni di consigliere della I Circoscrizione Roma (centro storico) di Roma. Dopo aver maturato esperienza come consigliere comunale della Capitale per tre mandati dal 1997, alle elezioni politiche del 2008 viene eletto alla Camera dei deputati nelle liste del Popolo della Libertà.

Può vantare un importante rapporto di amicizia con Giorgia Meloni. Non a caso il 21 dicembre 2012 è tra i fondatori di Fratelli d'Italia, in cui ha ricoperto incarichi di rilievo come vice Tesoriere nazionale e Portavoce della costituente regionale del Lazio. Alle elezioni politiche del 2013 ottiene la ricandidatura alla Camera, questa volta con FdI nella circoscrizione Lazio 1. Nel 2018, sempre in occasione del voto nazionale, viene eletto al Senato come capolista di Fratelli d'Italia nella circoscrizione Lazio. A distanza di poco tempo arrivano le dimissioni in seguito all'elezione come presidente della Regione Abruzzo avvenuta il 10 febbraio 2019.

D'Amico, la scommessa dell'ammucchiata di sinistra

L'unico avversario di Marsilio è Luciano D'Amico, nato il 3 gennaio 1960 a Torricella Peligna (in provincia di Chieti), la figura su cui l'ammucchiata di sinistra ha deciso di scommettere in vista delle elezioni regionali. È il candidato di un fronte larghissimo, inedito laboratorio su cui sono concentrate le attenzioni del caso. Sotto lo stesso maxi-cappello sono finite 6 formazioni politiche: Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Verdi-Sinistra italiana, Azione, Riformisti e Civici (Abruzzo Vivo e Psi) e la lista Abruzzo insieme.

Il suo progetto di vita si è sviluppato nell'ambito accademico: laureato in Economia e Commercio, assegnista di ricerca, ricercatore, professore associato. Professore ordinario di Economia aziendale dal 2000, indossa i panni di preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dal 2010 al 2012; nel 2013 viene eletto rettore dell'Università degli Studi di Teramo. Inoltre come presidente ha guidato Autolinee Regionali Pubbliche Abruzzesi (Arpa) in un periodo di transizione e fusione che ha dato origine a Tua (Società Unica Abruzzese di Trasporto).

Di recente c'è chi ha fatto un parallelismo tra D'Amico e Alessandra Todde, indicando il candidato della maxi ammucchiata come potenziale vincitore in Abruzzo sulle orme del nuovo presidente della Regione Sardegna.

Resta da vedere se il processo di semplice sommatoria di voti basterà per ottenere il successo, considerando che non mancano mugugni territoriali all'interno dei vari partiti: nello specifico tra gli elettori del M5S c'è chi non gradisce l'alleanza con Azione e Abruzzo Vivo (Italia Viva), così come alcuni simpatizzanti di Carlo Calenda non mandano giù la presenza dei grillini.

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