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"Prima chiede silenzio, poi getta fango su Renzi". L'incoerenza di Calenda

Il leader di Azione rompe il "silenzio stampa" da lui invocato e torna ad attaccare personalmente Matteo Renzi

"Prima chiede silenzio, poi getta fango su Renzi". L'incoerenza di Calenda

Carlo Calenda, leader di Azione e ormai dell’ex Terzo Polo, è l’uomo delle giravolte politiche. Prima cerca di allearsi con l’ex segretario del Pd, Enrico Letta, salvo poi abbandonarlo e allearsi con Matteo Renzi. Prima chiede all’ex premier fiorentino di fare un passo indietro e poi si lamenta della sua assenza durante le riunioni. Prima chiede ai dirigenti di Italia Viva di smorzare i toni, poi decide di attaccare deliberatamente il suo ex alleato tramite i social.

Il fango di Calenda su Renzi

Nel corso della mattinata il numero uno di Azione ha deciso di pubblicare una serie di riflessioni su Twitter. Piattaforma social che, nel giro degli ultimi giorni, ha reso pubblico lo spettacolo grottesco dell’ormai ex Terzo Polo. Carlo Calenda non riesce a mandare giù la rottura con Italia Viva sul tema caldo del partito unico e decide di attaccare sul piano personale l’ex alleato.

Il primo cinguettio è al veleno:“Nella vita professionale non ho mai avuto avvisi di garanzia, rinvii a giudizio/condanne pur avendo ruoli di responsabilità. Non ho accettato soldi a titolo personale da nessuno, tanto meno da dittatori e autocrati stranieri. E aggiunge:“Non ho preso finanziamenti per il partito da speculatori stranieri e intrallazzatori. Non ho mai incontrato un magistrato se non per ragioni di servizio. Mai sono entrato nelle lottizzazioni del Csm”.

Calenda rompe il "silenzio stampa"

Al senatore e tesoriere di Italia Viva, Francesco Bonifazi, che lo accusa di aver fatto troppe assenze in Senato, Calenda risponde così: “Quando non ero in Senato ero a fare iniziative sui territori per Azione e Iv. Non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi. Un mix di attacchi al veleno, vendette personali e battute fuori contesto che, a ben vedere, si scontrano con quello che il leader di Azione predica tutti i giorni. Carlo Calenda aveva chiesto ai suoi di mantenere un “rigido silenzio stampa” davanti agli “insulti scomposti di Renzi, Boschi e da altri esponenti di Italia Viva”. Un silenzio rotto, come al solito, dal profilo Twitter dello stesso Calenda.

La risposta di Renzi

La risposta di Matteo Renzi non tarda ad arrivare."In queste ore - scrive l'ex premier nella sua ultima enews - Carlo Calenda sta continuando ad attacarmi sul piano personale, con le stesse critiche che da mesi usano i giustizialisti". Tornando sugli ultimi tweet del numero uno di Azione, l'ex premier li definisce "tipici dei grillini, non dei liberal democratici". Il progetto Terzo Polo è definitivamente concluso: "Io non replico. Se sono un mostro oggi - evidenzia Renzi - lo ero anche sei mesi fa quando c'era bisogno del simbolo di Italia Viva per presentare le liste. Se sono un mostro oggi, lo ero anche quando ho sostenuto Calenda come leader del Terzo Polo, come sindaco di Roma, come membro del Parlamento europeo".

Tutte le divergenze politiche e personali sono esplose in queste ultime ore. Calenda attacca, Renzi risponde:"Sul garantismo - sottolinea l'ex premier - di chi paragona un avviso di garanzia a una condanna non ho nulla da aggiungere. Sull'arte politica di chi distrugge un progetto comune per la propria ira non ho nulla da aggiungere".

La replica di Italia Viva

Secca la replica di Italia Viva. Roberto Giacchetti, deputato di Italia Viva, risponde a tono: “Sono due giorni – scrive su Twitter – che va ovunque, giornali, tv sociale e getta fango su Renzi, poi dichiara il silenzio stampa e subito dopo ricomincia. Non è solo un problema di incontinenza ma anche di credibilità

Altrettanto duro è il commento del senatore renziano, Francesco Bonifazi: “Anziché scusarsi per aver fatto saltare il partito unico, Calenda ci attacca anche oggi con argomenti giustizialisti degni di Travaglio o Di Battista, non di un leader liberale”.

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