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Caro Parente non mi spaventa l'utopia e in Russia vacci tu

Barbara Alberti risponde al commento di Massimiliano Parente pubblicato ieri sulle pagine di questo quotidiano dal titolo "Lettera aperta a Barbara Alberti: organizzate uno sciopero in Russia". Parente, con garbo, spiega perché non condivide l'idea diuno sciopero nazionale contro la guerra, organizzato da Alberti e Ginevra Bompiani. La perplessità è che l'iniziativa, utopica, serve solo a rendere più fragile l'Occidente agli occhi di Putin.

Caro Parente non mi spaventa l'utopia e in Russia vacci tu

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Caro Parente non mi spaventa l'utopia e in Russia vacci tu

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Ante scriptum. Massimiliano, parli dell'invasione della Russia all'Ucraina, e ignori quella di Israele a Gaza. Il tuo noi designa solo l'Occidente.

Caro Massimiliano caro pazzo di Dio ancorché ateo, grazie! dell'iperbole sulla mia scrittura, che è un gioco domestico, il segno di un grande affetto che ricambio. Hai invitato Ginevra Bompiani e me, che camminiamo col bastone, ad andare in Russia a organizzare lo sciopero contro la guerra, e ti rispondo citando Bartali di Paolo Conte ( «Al cinemà/ al cine vacci tu!»)- «Caro Parente/ in Russia/ in Russia vacci tu!»

Non vorrei mai cadere fra le grinfie di Putin, simile ai dittatori russi che hanno ammazzato o fatto suicidare i miei scrittori guida, Marina Cvetaeva, Vladimir Majakovskij, Isaac Babel, l'immenso Andrej Platonov.

Ma veniamo allo sciopero mondiale contro la guerra. L'idea non è di Ginevra né mia, è di Gandhi. E liberò l'India. Agli invasori inglesi, che stremati dallo sciopero dei tessitori chiedono di trattare, Gandhi dice «Davvero credete in centomila inglesi di poter dominare 400 milioni di indiani che non vogliono collaborare?». Quegli indiani siamo noi. Siamo noi il mondo. Non abbiamo Gandhi, ma abbiamo la rete. Uno sciopero gandhiano nell'era telematica. Per la prima volta un messaggio di resistenza al suicidio collettivo può raggiungere tutti. L'imposizione della guerra smaschera la finzione democratica. Che democrazia è se mi mandi a uccidere e morire? Chi aderisce allo sciopero vota per la prima volta, vota per la sua vita. Se per un giorno non si produce e non si consuma, facciamo un danno come molte guerre. Così si accorgono che esistiamo. Basta un giorno. Li facciamo regnare sul nulla. Sarebbe un costo enorme anche per noi. Ma niente costa come la guerra.

Tu scrivi, Massimiliano, essere contro la guerra

o per la pace non fa differenza. Sì, tanta! Invece di una guerra di liberazione, facciamo una pace di liberazione. Non vogliamo più essere il mappamondo con cui Hitler gioca a colpi di chiappa, nel film di Chaplin Il grande dittatore. Lo sciopero è una dichiarazione di esistenza. È un'utopia? Senza utopie non ci sarebbe il mondo. Utopia vuol dire il luogo che non c'è- e allora bisogna crearlo!

P.S. dove le hai viste, mio caro Max, le bandierine arcobaleno? Io vedo il suicidio collettivo, e che siamo in tanti a non volerlo Negandoci, NOI potremmo impedirlo.

Noi siamo il mondo.

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