Caso Almasri, la Camera nega l'autorizzazione a procedere contro Nordio, Piantedosi e Mantovano

L'Aula di Montecitorio dice no a portare a processo i ministri della Giustizia e dell'Interno e del sottosegretario con delega ai Servizi Segreti: confermato in maniera definitiva il voto già avvenuto nella Giunta per le autorizzazioni

Caso Almasri, la Camera nega l'autorizzazione a procedere contro Nordio, Piantedosi e Mantovano
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La Camera dei Deputati ha negato la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal Tribunale dei Ministri nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi Segreti, Alfredo Mantovano, nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria sul caso Almasri. L'Aula di Montecitorio si è infatti pronunciata con 251 voti favorevoli e 112 contrari per il Guardasigilli, 256 sì contro i 106 no per il titolare del dicastero del Viminale e, infine, 251 per Mantovano.

I tre esponenti del governo Meloni, quindi, non verranno processati a seguito delle accuse che vennero loro mosse, a vario titolo, nell'esercizio delle proprie funzioni da ministri o sottosegretari: si trattava dei reati di concorso in favoreggiamento e rifiuto d'atti d'ufficio per Nordio, accusato di non avere risposto alla richiesta di arresto emessa dalla Corte penale internazionale nei confronti di Almasri, concorso in favoreggiamento e concorso in peculato per Piantedosi e Mantovano, che avrebbero autorizzato l'uso di un volo di Stato per un fine ritenuto improprio, ovvero il rimpatrio dello stesso Almasri.

I deputati erano stati chiamati sulla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell'articolo 96 della Costituzione, dopo che nelle scorse settimane la richiesta è stata formalmente trasmessa dal Tribunale dei Ministri al Parlamento, per quello che avvenne nel gennaio 2025. La Giunta per le autorizzazioni aveva già espresso parere contrario con 13 voti contro e 6 a favore, dando ragione alla relazione firmata dall'onorevole Pietro Pittalis (Forza Italia), ma la decisione finale spettava al voto dell'Assemblea legislativa, chiamata a esprimersi con tre votazioni distinte, una per ciascun membro del governo coinvolto nella vicenda, con scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei componenti. Al momento del voto, oltre alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e ai componenti del governo direttamente interessati, c'erano seduti ai banchi dell'esecutivo, tra gli altri, i ministri Antonio Tajani, Giancarlo Giorgetti, Luca Ciriani, Tommaso Foti, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani.

Applausi, poi, dai banchi del centrodestra che hanno salutato i tre voti con cui la Camera ha negato l'autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio, Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, ai quali molti parlamentari si sono congratulati. La tensione è divampata invece quando Riccardo Ricciardi (Movimento 5 Stelle), intervenendo sull'ordine dei lavori, ha invitato Meloni a "tornare in Aula" più spesso.

Carlo Nordio, in Transatlantico, appena uscito dall'Aula dopo aver incassato il no della Camera al processo sul caso Almasri, ha commentato il voto così: "Da modesto giurista, lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalle mani, ammesso che li abbiano consultati - ha poi aggiunto il ministro della Giustizia - "Speriamo che il capitolo Bartolozzi si chiuda così come questo".

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