Un ricorso d'urgenza della Rai. E la decisione del tribunale di Bologna: RaiWatch.it chiude i battenti, almeno per il momento. Il sito è stato oscurato, ma Renato Brunetta non si arrende: «Io continuerò la mia battaglia per la trasparenza». La trasparenza di viale Mazzini che ha sempre cercato di nascondere i compensi delle star, i cachet dei grandi presentatori, gli stipendi dei superdirigenti, insomma le spese della tv pubblica. RaiWatch.it è diventato col tempo il binocolo del telespettatore che paga il canone e vuol sapere quanto incassa Fabio Fabio, per il programma Che tempo che fa o Luciana Littizzetto per le sue serate a Sanremo. Piano piano, sia pure senza conferme ufficiali e con una qualche dose di approssimazione, il sito è riuscito ad entrare in possesso di ghiotte informazioni, prima protette dal muro della discrezione. E proprio le continue punture di spillo, puntualmente travasate in furibonde polemiche sui giornali e in tv, hanno provocato la reazione della Rai che si è rivolta ai giudici mettendo in evidenza il danno subito.
In realtà quella condotta da Brunetta è o dovrebbe essere una campagna a tutela del consumatore o telespettatore, chiamatelo come volete, allibito davanti ai cachet stellari dei grandi nomi. Può suscitare un certo stupore - eufemismo - sapere che Fazio incassava due milioni a stagione per il suo programma, oggi ridotti, non di molto vista la tanto sbandierata spending review, a 5,4 milioni nell'arco di tre anni. Più i compensi di Sanremo: 600mila euro a festival, mentre la sua brillantissima spalla Luciana Littizzetto incamera, sempre secondo RaiWatch, 20mila euro a puntata per Che tempo che fa e 350mila euro per una settimana al festival.
La lista prosegue con l'argenteria di casa: le celebrità che tutti gli italiani conoscono. Antonella Clerici, il popolare volto della Prova del cuoco, viaggiava, nel 2013, intorno al milione e 500mila euro. Subito sotto, a quota 1,4 milioni, ecco Carlo Conti, uno dei presentatori più collaudati della tv pubblica. Ma l'esplorazione non è finita: il direttore generale della prima industria culturale d'Italia Luigi Gubitosi guadagnerebbe 650mila euro l'anno, pari a 1780 euro al giorno. Molto meno fornito il portafoglio del presidente: Anna Maria Tarantola è ferma a quota 366mila euro, pari a poco più di mille al giorno. E poi l'instancabile sito è andato a spulciare anche le entrate di Giovani Floris, l'abile timoniere di Ballarò, uno dei talk di punta della tv. E ha scoperto che nel 2007 Floris ha cambiato il suo status e quadruplicato i compensi. Ha lasciato il posto a tempo indeterminato ed è diventato un libero professionista. Una mossa che gli sarebbe servita appunto per far decollare i propri guadagni: oggi i redditi di Floris sarebbero vicini ai 550mila euro; il programma però garantirebbe alla Rai guadagni per 14 milioni.
Adesso RaiWatch.it è spento. Ma Brunetta non si scoraggia: «La mia colpa è la trasparenza. La ricerca della trasparenza. Io ho solo pubblicato gli atti della Commissione di vigilanza». Così RaiWatch.it ha afferrato per la coda notizie prima introvabili, sepolte fra le carte della burocrazia di viale Mazzini. E la grande caccia va avanti: «Io voglio Sanremo. Io voglio sapere come sono pagate le star di Sanremo». Argomento tabù. Schermato dalla dirigenza di viale Mazzini. La contesa per riaccendere RaiWatch.it va avanti. La Rai cerca di chiudere il rubinetto dei guadagni, centellina le informazioni, sostiene di non voler passare cifre e numeri alla concorrenza che scalpita. E prova a spegnere il tasto più irriverente del telecomando.
L'importo lordo all'anno dello stipendio del presidente della Rai Tarantola
I milioni che il conduttore di «Che Tempo che fa» prenderebbe fino al 2017
Lo stipendio all'anno di Luigi Gubitosi con contratto a tempo indeterminato
Il compenso in euro che la Littizzetto ha percepito nello scorso Sanremo
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