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La Cgil prepara il "Natale caldo" contro il governo

La Cgil invoca una settimana di scioperi. Ma non fa i conti con i vincoli della manovra, e le divisioni interne al movimento sindacale

La Cgil prepara il "Natale caldo" contro il governo: ma il sindacato è spaccato

La Cgil scende in campo contro la manovra del governo Meloni indicendo una settimana di scioperi contro la legge di bilancio. Il presidente del Consiglio è dunque nel mirino politico dei confederali al pari del suo predecessore, Mario Draghi.

"Ci mobilitiamo per una Legge di Bilancio più giusta per le persone, più utile per il Paese". A scandirlo in un comunicato la Cgil motivando così la decisione di indire scioperi a partire da domani e fino a venerdì 16 dicembre contro la manovra del Governo Meloni. Per la Cgil, "in coerenza con le piattaforme unitarie, sono necessarie: riforme vere, ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali ed energetiche capaci di prospettare un futuro per il Paese, sulla trasformazione digitale e la riconversione verde, su uno stato sociale più forte e qualificato".

Per la Cgil la manovra premia gli evasori e la confederazione guidata da Maurizio Landini nota che a suo avviso con la flat tax fino a 85.000 euro per il lavoro autonomo, il sistema fiscale sarebbe reso ancora più iniquo e i costi della riduzione delle imposte sarebbero sempre più scaricati sul lavoro dipendente, che, nota la sigla dominante del panorama sindacale italiano, "a parità di reddito paga il triplo" di tasse. Un dato ricorrente nelle critiche alla manovra, che però non tengono in considerazione il maggiore rischio povertà tra le partite Iva a reddito e tutele più basse. Inoltre, per la Cgil la manovra "trasforma le tasse sugli extraprofitti frutto della speculazione sul caro energia in contributo di solidarietà straordinariò e cambia platea e metodo di calcolo, riducendo gli 11 miliardi di entrate, attesi dalla tassazione di Draghi, a 2,6".

Ma la lista della spesa della Cgil non si ferma qui. La confederazione punta anche alla rivalutazione delle pensioni, reclama maggiori risorse per il diritto all'istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia. Rivendica il suo sostegno alla cancellazione della Legge Fornero e il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, il riconoscimento delle differenze di genere, l'uscita con 41 anni di contributi. Un programma che - ironia della sorte - è legato al patto di legislatura del centrodestra di governo. Molte di queste richieste non sono, ed è importante sottolinearlo, dissimili da quelle dell'esecutivo. Il punto sta tutto nell'approccio "tutto e subito" della Cgil che non fa i conti con i vincoli della situazione in atto. Dalla Cgil, il cui segretario Maurizio Landini è vicino da tempo a Giuseppe Conte come guida dell'opposizione, la prima prova di piazza del nuovo esecutivo, ma il sindacato è diviso.

"La nostra posizione critica e responsabile, volta soprattutto a portare a casa il massimo risultato possibile per chi rappresentiamo, è fondata in un giudizio di merito senza pregiudizi", dichiara la Cisl in una nota a firma del segretario generale Giorgio Graziani. La proposta di legge di bilancio va migliorata per la Cisl "attraverso il confronto serrato con il Governo e i gruppi parlamentari, il nostro è un giudizio articolato che non può non tener conto che due terzi delle risorse disponibili sono impegnate per dare continuità al sostegno di famiglie e imprese rispetto alla emergenza bollette, come peraltro chiesto a gran voce da tutte le forze sociali e politiche in continuità con il Governo precedente". In tempi di crisi sistemica, anche affermare l'ovvio ha portata rivoluzionaria. Il lato politico dello sciopero della Cgil e gli obiettivi reali che esso mira a ottenere sono molto più distanti dall'approccio pragmatico e realista della Cisl.

In tempi di difficoltà per il sistema-Paese, è intuitvo capire quale sia l'atteggiamento più responsabile e costruttivo per i lavoratori e le istituzioni.

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