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Chi è Alfonso Pisicchio, l'ultimo fedelissimo di Emiliano ai domiciliari per corruzione

Emiliano e Decaro sapevano tutto dal 2020 ma non hanno rinunciato al suo sostegno con nomine e incarichi

Chi è Alfonso Pisicchio, l'ultimo fedelissimo di Emiliano ai domiciliari per corruzione

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Questa volta Michele Emiliano non potrà dire di non conoscerlo, perché Alfonso Pisicchio, l’ennesimo fedelissimo del governatore-pm, arrestato a Bari per corruzione, era un suo uomo da oltre venti anni. Tantomeno potrà dire di “non sapere”, dato che Pisicchio era indagato (come anche l’assessore Maurodinoia) sin da prima delle elezioni regionali 2020, e tutto quanto è emerso in queste ore con l’ordinanza di arresto era già noto da allora, con gli stessi nomi, gli stessi particolari e le medesime ipotesi di reato. Fu lo stesso Pisicchio, allora assessore regionale in carica, ad annunciarlo in piena campagna elettorale: “Nelle scorse ore ho ricevuto dalla Guardia di Finanza la notifica di un avviso di garanzia e ho sin da subito fornito la mia totale disponibilità a collaborare con gli organi inquirenti”. Ma poiché questa notizia non arrivò sulle pagine nazionali, Emiliano si guardò bene dal rinunciare al sostengo elettorale di uno dei suoi grandi elettori.

Nel 2020 la procura, in piena campagna elettorale, scrisse: “Gli accertamenti hanno consentito di rilevare che un esponente politico locale, tramite suo fratello, in cambio della promessa del sostegno elettorale in vista delle prossime elezioni regionali, si sarebbe adoperato, in più occasioni, al fine di favorire l'assunzione di persone di sua conoscenza presso società baresi, aggiudicatarie di rilevanti appalti di servizi o beneficiarie di contributi pubblici".

Dal 2020 Emiliano sapeva che le indagini della Guardia di Finanza sul presunto scambio di voti in cambio di posti di lavoro avevano fatto emergere un elenco di persone da far lavorare al Cup dell’Istituto De Bellis di Castellana e al Giovanni Paolo II di Bari. Come Decaro sapeva che riguardavano uno dei più importanti appalti del Comune di Bari, la riscossione dei tributi. Le indagini subirono un'accelerazione proprio in vista delle regionali, ma poi stranamente non si è saputo più nulla per 4 anni. Fino ad ora.

Pisicchio era assessore al Comune sin dagli anni 90 con la Dc. Fratello del piu noto Pino Pisicchio, a lungo sottosegretario democristiano nella Seconda Repubblica, fino alle ultime legislature con Italia dei Valori.

La strategia che ha utilizzato Emiliano per imbarcarlo nelle sue fila è classica: una nomina nelle aziende partecipate. Metodo consolidato con cui il governatore si carica i trasformisti, o sistema i trombati alle elezioni. Emiliano, sindaco di Bari, nel 2006 nomina Alfonso Pisicchio presidente di Amgas, la municipalizzata del gas. Nel 2009 Pisicchio si candida con Emiliano, che lo nomina vicesindaco. Nel 2014 viene eletto con il sindaco Decaro che gli affida le deleghe metropolitane al Bilancio, Programmazione economica e Rapporti con il Consiglio metropolitano. Nel 2015 si candida alle Regionali con Emiliano, che lo nomina assessore alla Pianificazione territoriale-Urbanistica, Assetto del territorio, Paesaggio, Politiche abitative. Tra le deleghe più forti.

Alle elezioni del 2020 Pisicchio dà vita ad una propria lista civica a sostegno del governatore, “Senso Civico”, che però non supera lo sbarramento del 4% e così Pisicchio resta fuori dal consiglio regionale. Nasce il problema di come ricollocarlo. Emiliano lo nomina nel cda di Aeroporti di Puglia, dove presidente è Antonio Vasile, già presidente e poi tesoriere dell’associazione “Piazze d’Italia” che raccoglie i finanziamenti elettorali per le campagne di Emiliano. Un ruolo importante, ma con poca autonomia gestionale e di potere. Dopo neanche un anno Emiliano promuove Pisicchio a commissario di Arti, una delle decine di carrozzoni regionali con cui vengono gestiti potere, finanziamenti, assunzioni, appalti e incarichi.

Da qui Alfonso Pisicchio non ha smesso di fare politica, rimanendo sempre nell’orbita di Michele Emiliano. Nell'ultimo periodo attraverso Pizzarotti si stava avvicinando a Più Europa, dopo un precedente tentativo terzopolista non riuscito con Calenda e Renzi.

A ottobre era stato anche promotore dell’iniziativa "le primarie delle idee" a cui avevano partecipato sia Decaro che Michele Laforgia, ora candidato sindaco 5s, nonché suo avvocato, anche lui a conoscenza di tutto dal 2020.

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