Chi di gaffe ferisce...

Un articolo contro il ministro Sangiuliano pieno di gaffe

Chi di gaffe ferisce...
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Solo in un Paese in cui la Cultura vale così poco si può prendere in giro così tanto chiunque con quella parola abbia qualcosa a che fare. Lo sfottò al nostro ministro della Cultura, ad esempio. Ormai è diventato un genere giornalistico. Da quando Gennaro Sangiuliano è entrato al Collegio Romano, ottobre 2022, abbiamo letto decine di rubriche, ritratti, corsivi, pamphlet e commenti, tutti più o meno satirici, tutti più o meno divertenti (anche se magari alla lunga un po' stucchevoli). Sono come le prese in giro di Elly Schlein per le sue supercazzole oratorie. Potremmo leggerne a decine (o scriverne, come facciamo), e va bene così. Danno sempre soddisfazioni.

Ed è con tale spirito che ieri abbiamo letto su Repubblica la divertente «Carezza» che Francesco Merlo un maestro di scrittura peraltro - ha dedicato al titolare del ministero più illustre e meno rispettato della nostra Repubblica. Ancora una volta il perfido giornalista, detto con affetto, ha messo in fila gaffe e lapsus di Sangiuliano (il quale, però, fra tutti i suoi predecessori, almeno fino ad Antonio Paolucci, è colui che ha letto più libri; sì, più di Franceschini, Bonisoli, Bray, Ornaghi, Galan, Bondi...).

Soltanto, umilmente, segnaliamo che in 30 righe scarse Merlo incappa in due passi falsi. Il fischio che si avverte nell'orecchio si chiama «tinnito» e non «innito».

E il ministro è stato contestato a Polignano, e non Putignano. Che sarà sempre Puglia, però...

Tutto questo non per fare i maestrini, noi che infiliamo un refuso a riga. Ma per dire che non serve essere ministri per inanellare gaffe. Basta essere discreti giornalisti.

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