"Chi non condanna l’accaduto è complice". E i Carc sfidano il governo: "Autunno rovente"

Gli agenti contano i danni della battaglia: "Molti scesi in piazza con l’intento di inscenare una guerriglia urbana"

"Chi non condanna l’accaduto è complice". E i Carc sfidano il governo: "Autunno rovente"
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Sassi, cartelli stradali, spray urticanti, bottiglie. E anche bombe carta. Tutto contro le forze dell’ordine dai «professionisti del disordine» durante la manifestazione del 5 ottobre di Roma, che già dalle premesse era prevedibile finisse così. «Il solito copione, e siamo davvero stufi e indignati che continui a ripetersi sistematicamente», ha dichiarato Valter Mezzetti, segretario generale del sindacato della Fsp Polizia di Stato. Le forze dell’ordine si sono trovate a fare la conta dei danni, con 30 agenti feriti, di cui alcuni gravi, tra contusioni e fratture. Un poliziotto si è perfino fratturato il bacino. «Molti dei partecipanti alla manifestazione sono scesi in piazza con il chiaro intento di inscenare una guerriglia urbana», è lo sfogo di Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp.

«Questa ondata di violenza contro chi protegge la sicurezza dei cittadini è inaccettabile. I nostri colleghi, ancora una volta, hanno dimostrato un impegno straordinario di fronte a una brutalità fuori controllo», sono le parole del sindacato SIM-GdF della Guardia di Finanza. «Le immagini sono inequivocabili. Nessuna giustificazione può essere avanzata e chi non condanna quanto accaduto ne è complice», è un estratto del duro comunicato di Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato Sap della Polizia di Stato.

Ma mentre le forze dell’ordine contano i danni di una guerriglia annunciata, dall’altra parte si esulta. Tra le rivendicazioni dei manifestanti che negano la presenza di infiltrati ma solo di «gente che si conquista metro per metro la propria libertà, contro avversari meglio armati e più numerosi», è spuntata anche quella dei Carc, il Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, che conferma i toni eversivi già utilizzati nei giorni precedenti dal (nuovo) Partito Comunista Italiano con il quale i Carc rivendicano il «legame ideologico e politico». Nel documento pubblicato all’indomani della manifestazione dichiarano esplicitamente che «quando vige un ordine sociale ingiusto, il disordine è il primo passo per instaurare un ordine sociale giusto». Ma, soprattutto, lanciano la sfida alla politica e direttamente al governo di Giorgia Meloni, sostenendo che «ogni lotta, mobilitazione, vertenza e iniziativa contro il governo Meloni e le larghe intese devono sempre più diventare un problema d’ordine pubblico e quindi un problema politico». E questa, concludono, è «la via da perseguire nell’autunno caldo che si preannuncia rovente».

Ma gli agenti sono allo stremo, stanchi e arrabbiati di essere bersagli mobili dei soliti criminali di strada.

«È vergognoso che in questo Paese per prevenire e difendersi bisogna prima essere ammazzati. Sempre per colpa della solita politica a cui piace tanto difendere i delinquenti e marchiare i poliziotti», è lo sfogo di Andrea Cecchini, del sindacato Italia Celere della Polizia di Stato.

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