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"Chi devasta va sanzionato". ll ministro inflessibile sui vandali delle scuole

A causa dei vandali che distruggono le scuole durante le occupazioni, gli studenti restano senza strumenti per la didattica. "Chi rompe paga", è il concetto sostenuto dal ministro

"Chi devasta va sanzionato". ll ministro inflessibile sui vandali delle scuole

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Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, è tornato sulla polemica che da giorni lo vede protagonista in relazione all'intenzione di voler attuare un giro di vite contro le occupazioni scolastiche violente. C'è chi ha sbraitato contro la repressione, chi ha urlato al nuovo fascismo, ma la verità è un'altra e tutti gli attacchi contro Valditara sono figli della solita strumentalizzazione politica. Le occupazioni delle ultime settimane hanno causato danni per svariate centinaia di migliaia di euro nelle scuole italiane, danni che dovranno essere risarciti dai contribuenti italiani mediante le tasse. Sono stati distrutti dai vandali i supporti che le scuole avevano acquistato con i soldi del Pnrr, strumenti necessari per la didattica.

"Mi dispiace che qualcuno abbia fatto finta di non capire perché ho sottolineato chi occupa e devasta. E vorrei sottolineare che la 'e' ha un valore di congiunzione, unisce. Chi occupa e devasta, chi occupando devasta. Allora tutti dovrebbero essere più corretti nell'interpretare bene le parole che ho pronunciato. Chi occupando devasta deve essere sanzionato e deve risarcire i danni", ha dichiarato il ministro a margine del convegno "Alice nel paese del digitale. I giovani nel mondo della rete" presso l'Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. Non sarebbe stato necessario, ma viste le polemiche il ministro ha dovuto specificare che "il principio che i danni devono essere risarciti, chi rompe paga, è un principio di grande responsabilizzazione. Chi è contro questo principio invita alla deresponsabilizzazione e quindi credo faccia un pessimo servizio ai nostri giovani".

Tutto questo in un ambiente come quello scolastico in cui le vittime principali degli atti vandalici sono gli stessi studenti, che vengono privati delle strumentazioni per la didattica. Studenti che poi vanno in piazza per lamentarsi che le scuole non sono adeguatamente attrezzate. "Chi sostiene che ci possa essere una equiparazione fra questi vandali e gli studenti offende gli studenti perché la stragrande maggioranza dei giovani subisce queste violenze e queste prepotenze che danneggiano il loro percorso educativo", ha proseguito il ministro, portando il recente esempio del liceo Severi-Correnti di Milano, dove "i ragazzi non avranno per molto tempo computer, disponibilità delle lavagne elettroniche. Non avranno la possibilità di avere quella relazione che è fondamentale dell'educazione in presenza, sono costretti a fare la dad come si tempi del Covid", ha spiegato.

Questo governo sta lavorando per tutelare il diritto allo studio degli studenti "contro i prepotenti e i violenti che usano la scuola come momento di sfogo di un'aggressività e una prepotenza inaccettabile".

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