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"Cinque giorni, è illegittimo". La solita lagna della Ong dopo l'assegnazione del porto

Alla Geo Barents è stato nuovamente assegnato il porto di Ancona, alla Ocean Viking quello di Ravenn. Le Ong non mancano di lamentarsi per la distanza considerata eccessiva

"Cinque giorni, è illegittimo". La solita lagna della Ong dopo l’assegnazione del porto

A distanza di un mese e mezzo dall'entrata in vigore del decreto Piantedosi, la linea del governo sui migranti è chiara a tutti. Dovrebbe essere anche alle Ong che operano nel Mediterraneo centrale che, invece, a ogni assegnazione di porto sollevano sempre lo stesso polverone. Ancora una volta è la Geo Barents a lamentarsi: le è stato assegnato il porto di Ancona per trasferire i 48 migranti che ha recuperato con un intervento sulla rotta della Cirenaica, l'unica sulla quale operano le navi della flotta civile, nonostante quella della Tripolitania sia maggiormente frequentata. Stessa area di intervento per la nave Ocean Viking alla quale è stato assegnato il porto di Ravenna con 84 migranti a bordo.

I porti del sud per il momento non verranno assegnati alle navi delle Ong che trasportano i migranti, perché le strutture d'accoglienza sono in affanno dopo anni in cui sono stati oberati di lavoro. A questo punto, benché fosse chiaro fin dal principio, le organizzazioni non governative confermano che la loro sia solo una presa di posizione politica, sorretta dall'opposizione, che tenta in tutti i modi di delegittimare il governo Meloni. Un tentativo finora fallito, come dimostra anche lo strabordante risultato delle elezioni regionali.

A dare notizia dell'assegnazione è stata la stessa Ong Medici senza frontiere: "A seguito dell'operazione di salvataggio condotta oggi, l'Italia ci ha assegnato il porto di Ancona per sbarcare i 48 sopravvissuti attualmente a bordo di Geo Barents". L'organizzazione, quindi, ha aggiunto: "L'invio di navi di soccorso in porti lontani è diventata una pratica comune dell'Italia nonostante la sua illegittimità". La Ong, quindi prosegue: "Il mese scorso sono stati presentati due ricorsi per l'annullamento dei provvedimenti amministrativi con cui ci erano stati assegnati i porti di Ancona e La Spezia". Le domande da fare alle Ong sono sempre tante, anche perché per il momento non hanno ancora trovato una risposta che sia adeguata e che sia soddisfacente.

Le Ong si lamentano dell'assegnazione di porti non di loro gradimento. Il loro desiderio sarebbe quello di sbarcare a Pozzallo, quindi nemmeno un qualunque porto del sud Italia e della Sicilia ma uno specifico, clamorosamente preciso. Davanti alla fermezza del governo di portare avanti la sua decisione di non creare ancora sovraccarichi nelle strutture del meridione, dislocando le navi in porti più a nord, perché le Ong non scelgono, in coscienza, di andare altrove? Se Ancona richiede 5 giorni di navigazione per essere raggiunta, mentre navigano verso nord, già prima di superare il canale d'Otranto trovano la Grecia e poi, in ordine: l'Albania, il Montenegro e la Croazia, tutti Paesi ambiti come destinazioni turistiche, quindi considerati sicuri.

Ma senza navigare arrivare così a nord, se ritengono che la navigazione sia troppo lunga, a sud trovano la Tunisia e Malta, Paesi altrettanto sicuri in cui concludere gli interventi effettuati con uno sbarco, per poi tornare rapidamente in mare.

Eppure, è sempre e solo l'Italia a doversi fare carico degli sbarchi di migranti, anche quando questi vengono portati a bordo di navi battenti bandiere straniere, che sono la stragrande maggioranza di quelle operanti nel Mediterraneo.

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