Come si saranno sentiti i sindaci di Potenza e di Campobasso dopo che Marchionne ha definito Firenze una piccola e povera città?
E resto nei capoluoghi di Regione, perché se applichiamo il suo criterio sarebbe una catastrofe urbana. Anche perché il paradigma usato, Firenze, è troppo alto: se la città di Dante è un nano pezzente, figuratevi il resto.
Il giorno dopo la dichiarazione anti (Fi) Renzi di Marchionne è una strage: i sindaci di Enna e Caltanissetta, Foggia e Catanzaro, e tanti altri, sono in preda a forti crisi depressive. Nei paesi non vi dico, è un marasma; non bastavano i tagli di Monti, adesso pure gli sputi di Marchionne.
E se si estende il criterio Fiat ai leader politici? Come definire la rustica progenie di Tonino Di Pietro, proveniente dalla piccola, povera Montenero di Bisaccia? E Bossi venuto da Cassano Magnago, il piccolo e povero Berlusca cresciuto in Brianza, Alfano con la sua piccola e povera Agrigento, Vendola venuto da Terlizzi e Bersani addirittura nativo di Bettola? Non vi fa tristezza Grillo che nuota tra due piccole e povere città, Reggio e Messina? E come dovremmo definire Chieti, la città d’origine del Marchionne medesimo? Vieni avanti chietino, non offendere le tue origini.
In realtà il suo parametro sono le larghe, ricche, città americane. Un altro mondo.
Cosa lascia
all’umanità Firenze? Piccole cose, povere e antiquate, come la Divina Commedia o la Galleria degli Uffizi. Dal Canada invece proviene l’Orso Yoghi. E suo nipote Bubu Marchionne, che ha sostituito la peluria col maglioncino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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