
Il referendum di cittadinanza che la sinistra politica e quella civile stanno cercando di spingere, convincendo gli elettori ad andare a votare il prossimo 8 e 9 giugno, rischia di non raggiunger nemmeno il quorum. Sono tanti gli italiani che stavolta voglio esecitare il proprio diritto all'astensione, lanciando così un forte messaggio ai promotori, che però possono contare sull'endorsment di monsignor Gian Carlo Perego, l'attuale Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, che ha vergato un manifesto a favore del referendum, pubblicato sulla rivista Migranti.
Il referendum, scrive il monsignore, " da una parte, sollecita ancora il Parlamento a legiferare su un tema importante nella costruzione e nella vita di un Paese, quale è quello della cittadinanza, per evitare il referendum" e dall'altra "è il frutto di una volontà popolare che interviene su una legge per accettare o meno una modifica. Ogni volta che si propone e si vota un referendum si ritorna al centro della democrazia, che vede il popolo sovrano". Per questi due motivi, afferma Perego, "il referendum ha un grande valore". In questo caso, scrive ancora, il referendum diventa "una denuncia di chi in Parlamento da anni fa ostruzionismo sul cambiamento di una legge che vuole soltanto accogliere prima le persone nella città, perché diventino cittadini, cioè persone che si sentano parte attiva di una città, con diritti e doveri, per costruire insieme il nostro futuro".
Non si può, dice il monsignore, "lasciare fuori dalla città chi lavora, studia, si sposa, ha un figlio in Italia. Una città per vivere non può escludere, ma accogliere le persone che provengono da un altro Paese, facendole sentire effettivamente un bene per la città, cittadini e cittadine". Un discorso senz'altro caritatevole che però si scontra con il Vaticano che ha inasprito le leggi contro l'immigrazione. Un decreto del gennaio 2025 ha aumentato le multe e introdotto pene detentive fino a 5 anni, oltre a divieti di ingresso fino a 15 anni per chi viene condannato per ingresso illegale. Eppure, gli esponenti della Chiesa pretendono che l'Italia spalanchi le sue porte a chiunque, allentando anche i criteri per la cittadinanza.
Oggi, è la conclusione di Perego, votare il referendum sulla cittadinanza "significa esercitare il diritto a modificare una legge che non aiuta a costruire l’Italia di domani, riconoscendo 'gli italiani senza cittadinanza'. È un atto d’amore alle nostre città, tra le più vecchie al mondo, che potranno rinascere e vedere più coesione sociale solo attraverso nuovi cittadini, non da subito, alla nascita (jus soli) – come avremmo voluto –, ma aspettando solo cinque anni".
Tutto questo mentre la sede della Chiesa si blinda e le città italiane vengono tenute in ostaggio da immigrati senza nulla da perdere. Davvero l'Italia che desidera il mondo cattolico non è fatta di italiani ma di genti che vengono da lontano?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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