"Colpita dal suo silenzio". Meloni affonda Schlein sugli insulti di De Luca

"L'Italia è il governo più stabile in Europa", rivendica Meloni. Poi il passaggio sul premierato e la strigliata alle opposizioni: "Sinistra in difficoltà cerca sempre soccorso esterno"

"Colpita dal suo silenzio". Meloni affonda Schlein sugli insulti di De Luca
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"L'Italia viene percepita come il governo più stabile in Europa perché lo è". Giorgia Meloni rivendica con orgoglio l'operato e la solidità dell'esecutivo. Ospite a Cinque Minuti e a Porta a Porta in onda questa sera su Rai1, il presidente del consiglio ha promosso l'azione di governo. "Il metro della compattezza è la velocità con cui riesce a operare. Questo Governo continua a realizzare il suo programma", ha rimarcato, peraltro all'indomani del riconoscimento arrivato dall'Europa sul raggiungimento degli obiettivi previsti per l'attuazione del Pnrr.

Meloni e i risultati del governo

In tv, Meloni non le ha poi mandate a dire alla sinistra. "La speranza che la maggioranza crolli è appunto una speranza dell'opposizione, è legittima ma faremo del nostro meglio per non realizzarla", ho chiosato. "Il pessimismo dilagante, che in Italia ci accompagna da sempre, non è nelle mie corde. Ci dicevano che non avremmo potuto rinegoziare il Pnrr, abbiamo liberato 21 miliardi. Sulla spesa siamo a 45 miliardi di euro già spesi, ma si entra adesso nella fase della spesa vera", ha quindi rivendicato il premier proprio a commento dell'attestato di buona condotta arrivato dall'Ue. E ancora, una stoccata ai progressisti: "La sinistra ha sempre cercato il soccorso esterno quando è in difficoltà in patria".

Il silenzio di Elly Schlein

Sempre riguardo ai rapporti con le opposizioni, la leader di Fratelli d'Italia ha incalzato Elly Schlein: "Sono rimasta molto, molto colpita dal silenzio della segretaria del Pd sugli insulti e sui metodi del presidente De Luca". Chiaro il riferimento agli attacchi e alle offese ricevute dal governatore campano nei giorni scorsi in occasione delle proteste contro la riforma dell'autonomia. E, sempre a proposito di riforme, il capo del governo ha parlato del premierato, spiegando che non è "una deriva autoritaria, salvo che la Francia non sia autoritaria". La soglia per il premio di maggioranza - ha proseguito - "è una delle materie degli emendamenti presentati e se ne discuterà, va rimandato alla legge elettorale ma, per dare stabilità bisogna garantire una maggioranza".

Il premierato "misura economica più importante"

E di nuovo, rispondendo alle obiezioni alla riforma, Meloni ha smontato le critiche e ribadito: "Mussolini c'entra poco perchè nel sistema semi presidenziale francese funziona più o meno così, con il secondo turno, e nessuno ha mai gridato al rischio fascismo. Questo è l'eco delle polemiche italiane. Noi vogliamo far scegliere gli italiani e non inciuci di palazzo e gli antidemocratici saremmo noi? Sono racconti della sinistra un pò curiosi". Il premierato, ha insistito il premier, "è la misura economica più importante perché la ragione per la quale questa nazione non ha avuto mai una strategia e ha il debito pubblico altissimo è che i governi hanno sempre avuto orizzonti troppo brevi, e quando hai un orizzonte che mediamente viaggia su un anno e mezzo ti conviene spendere subito per cercare di fare consenso facile".

Il succo della riforma costituzionale e dei suoi risvolti economici è dunque il seguente, secondo la leader di Fratelli d'Italia: "Chi guida il governo lo scelgono gli italiani e chi viene scelto dai cittadini deve avere 5 anni per realizzare il suo programma". Sempre per quanto riguarda il premierato - ha riferito Meloni - "stiamo ragionando di mettere il vincolo dei due mandati al premier, io sono favorevole". Per rimanere sul tema del mandati, non è mancato un commento sull'odierna bocciatura all'emendamento sul terzo mandato per i presidenti di Regione: "Il terzo mandato non era inserito nel nostro programma, non è una materia di iniziativa del governo ma di iniziativa parlamentare. Ci sono state visioni diverse tra i partiti della maggioranza ma in massima serenità, ne abbiamo ampiamente discusso e non è una materia che crea problemi al governo".

La nuova bacchettata a De Luca

A Porta a Porta, poi, Meloni è tornata a bacchettare Vincenzo De Luca dopo lo scontro a distanza dei giorni scorsi sull'autonomia differenziata. Questa volta la critica mossa dalla leader di Fdi ha riguardato l'uso dei Fondi di coesione da parte della regione Campani. "Se uno guarda l'utilizzo dei Fondi - ha detto il presidente del Consiglio - in Campania ho trovato la festa del fagiolo e della patata, la rassegna della zampogna, la festa del caciocavallo podolico, la sagra dello scazzatiello... Mi chiedo se queste siano le priorità". "Spendere i soldi in modo più strategico può dare risultati migliori", ha affermato Meloni.

Sul fronte degli interni, la leader di Fratelli d'Italia ha anche parlato della situazione migranti. La gestione dei flussi migratori "è una materia sulla quale io lavoro ogni giorno e che monitoro quotidianamente. Lo dico in punta di piedi, qualche segnale arriva: nelle prime settimane di quest'anno gli sbarchi sono diminuiti di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Tutto il lavoro che abbiamo fatto pian piano sta dando risultati", ha dichiarato, proprio nel giorni in cui il Parlamento albanese ha dato il suo ok definitivo all'accordo tra Roma e Tirana.

Ucraina e Medio Oriente, le parole del premier

Sugli esteri, invece, Meloni si è soffermata sui fronti attualmente più caldi. Quello ucraino e il Medio Oriente. "Sabato ho convocato il G7 in occasione del secondo anniversario dell'aggressione russa all'Ucraina e penso che l'Occidente non debba dare segnali di stanchezza", ha detto il premier. E ancora: "Se non fosse stato per il lavoro che abbiamo fatto noi oggi avremmo un'Ucraina invasa, avremo una guerra molto più vicina a casa nostra. Pallottoliere alla mano non ci conviene perché noi non siamo esattamente in Europa paesi che hanno molto investito per difendersi".

Quanto alla conflitto israeliano-palestinese, invece, Meloni ha affermato: "Pur capendo la complessità della situazione, questa escalation non aiuta nessuno e neanche Israele". "L'antisemistismo montante - ha aggiunto - non è di adesso ma è partito subito dopo il 7 di ottobre, le iniziative di de-escalation penso siano necessarie e sono fiera di quanto sta facendo l'Italia con gli aiuti umanitari e medici ai civili di Gaza, continuo a parlare con leader arabi, non dobbiamo rischiare che questa crisi diventi un conflitto di civiltà". Infine l'auspicio per una tregua della ostilità, alla faccia di quanti accusano il governo di non essersi mai espresso al riguardo.

"Io penso che oggi serva un cessate il fuoco umanitario, iniziative di descalation sono necessarie. Penso che la soluzione strutturale del problema palestinese serva anche a Israele", ha detto Meloni con parole inequivocabili.

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