Joele Leotta, il giovane di Nibionno (Lecco) ammazzato lo scorso 20 ottobre in Inghilterra a Maidstone nel Kent, venne ucciso - secondo la ricostruzione dell'accusa alla ripresa del processo a Maidstone a quattro lituani - a calci, pugni, con sbarre in ferro e maniglie. Venne colpito almeno cento volte. Uno degli imputati stava per essere mandato via dalla palazzina in cui da poco alloggiavano anche i due giovani italiani, Leotta e l'amico Alex Galbiati. E proprio questi ultimi vennero ritenuti dagli aggressori i responsabili della denuncia che aveva causato lo sfratto. È racchiusa in questa motivazione - «assurda e non vera», come ha specificato la pubblica accusa- la molla che fece scattare la spedizione punitiva costata poi la vita a Joele Leotta.
Una molla intrisa nell'alcol che gli accusati di nazionalità lituana, avrebbero assunto per tutta la giornata, prima di sfogare la loro violenza sui due giovani brianzoli da poco in Gran Bretagna La vittima e Alex Galbiati di Rogeno (Lecco), entrambi ventenni, erano in Inghilterra per lavorare e imparare la lingua: furono picchiati a sangue nella loro camera in affitto. Addosso a tre degli imputati sono state trovate tracce del Dna della vittima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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