di Stefano Filippi
Questa volta non sono voci, indiscrezioni, malelingue. La fonte è la più autorevole dall'interno dei palazzi apostolici: il Papa in persona. Ne ha parlato con i vertici degli istituti religiosi latinoamericani giovedì 6 giugno. Padre Federico Lombardi, il portavoce della Santa Sede, non ha commentato «i contenuti di una conversazione privata» che non è stata registrata o trascritta. Niente conferme ma neppure smentite: la sintesi dell'incontro durato un'ora, pubblicata su un sito cileno, sembrerebbe attendibile. Papa Francesco affonda sempre più la lama nel corpo della Chiesa peccatrice. Jorge Mario Bergoglio fa sul serio quando, sulla scia di Benedetto XVI, chiede conversione e riforme. Una Chiesa povera e per i poveri: lo ripete dal primo giorno di pontificato. Una gerarchia di vescovi lontani dal carrierismo. Mano ferma contro i preti pedofili (il cardinale di Edimburgo è stato destituito e allontanato). Un corpo diplomatico che, come prima preoccupazione, deve «curare la propria anima» senza ambizioni personali: così ha detto ai seminaristi che studiano per diventare nunzi. Ieri mattina, durante la messa celebrata a Santa Marta, ha ricordato che «San Pietro non aveva un conto in banca» e che «una Chiesa ricca è una Chiesa senza vita». Ora è giunto l'affondo sulla corruzione interna al Vaticano. «Nella Curia c'è tanta gente santa», avrebbe detto ai religiosi sudamericani, ma anche «una corrente di corruzione e una lobby gay», ha detto Papa Francesco aggiungendo: «È qui, dobbiamo vedere cosa possiamo fare». Non c'è una condanna morale nelle parole del Papa, ma una forte denuncia sì, in cui c'è tutto Bergoglio che continua a ripetere: «Preferisco una Chiesa che sbaglia per fare qualcosa che una che si ammala per rimanere rinchiusa». E ancora: «Non abbiate paura di denunciare, questa è la profezia della vita religiosa». Francesco è il primo a praticare ciò che predica: denunciare, scuotere, provocare.
il commento 2 La scure sulla Chiesa peccatrice
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