Confartigianato: «Il fisco si mangia il 68% degli utili»

Confartigianato lancia l'allarme fisco: «Tassa il 68,3% degli utili lordi d'impresa- tuona il presidente Giorgio Merletti - in Svizzera appena il 30,2%». E le aziende non ce la fanno più a sopportare una pressione che, nel 2013, toccherà il 44,6% del Pil, 2,4 punti in più della media dell'Eurozona: «Paghiamo 38 miliardi di maggiori imposte rispetto ai partner europei, 639 euro in più per abitante. È come se le nostre imprese partecipassero a una corsa contromano e con gli occhi bendati».
E la stretta creditizia fa il resto: nei 600 giorni da novembre 2011 a oggi, il credito alle imprese è diminuito di 65 miliardi e 60mila aziende sono scomparse dal panorama dell'economia italiana. «Sembra si faccia di tutto per spingerci Oltreconfine per trovare condizioni normali per fare impresa. Eppure - continua Merletti - rimaniamo qui in Italia, perché qui abbiamo le nostre radici, e vogliamo continuare a vivere e a lavorare nella nostra terra. Ma in condizioni simili a quelle degli altri Paesi europei». Lavoro, fisco, burocrazia e credito sono i fronti su cui agire.

«La prima strada da imboccare per noi - dice Merletti - è quella di prevedere sgravi contributivi per le nuove assunzioni. Liberate l'apprendistato dai maggiori oneri introdotti dalla riforma Fornero», conclude Merletti, a nome del settore che conta il maggior numero di apprendisti.

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