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"Aggravano la frustrazione". Conte infiamma ancora la piazza contro il governo

Le minacce alla Meloni non placano il leader 5S. Che continua a soffiare sul fuoco: "Togliere il reddito di cittadinanza aggraverà la frustrazione delle persone"

"Aggravano la frustrazione". Conte infiamma ancora la piazza contro il governo

Il clima si fa sempre più escandescente. Le minacce choc rivolte al presidente Giorgia Meloni dovrebbero far riflettere e invitare all'utilizzo di toni moderati, invece Giuseppe Conte continua a soffiare sul fuoco e indica ancora una volta il governo di centrodestra come responsabile di una situazione disumana qualora dovesse abolire il reddito di cittadinanza. Il messaggio che passa è lampante: l'esecutivo metterà da parte il rdc? Allora si assumerà le responsabilità delle conseguenze che vi saranno.

Conte ancora all'attacco

Le circostanze che si sono create impongono di ricorrere a termini più regolati e meno aizzatori. Il che sarebbe una conseguenza naturale alla luce delle violenze verbali contro il presidente del Consiglio. Eppure il leader del Movimento 5 Stelle non sembra voler fare alcun passo indietro. Anzi, torna sul tema e rincara la dose come se nulla fosse accaduto. A suo giudizio smantellare il reddito di cittadinanza "significa aggravare la difficoltà, la frustrazione delle persone".

C'è un passaggio di non poco conto che riguarda proprio la "frustrazione". Conte, nel colloquio con il Corriere della Sera, ha sostenuto che potrebbe incrementare il livello in caso di revoca del sussidio. Il sottotesto è che il governo sarebbe il diretto responsabile nel caso in cui dovesse crescere il malcontento sociale. E, a quel punto, i percettori che dovessero vedersi togliere il rdc saprebbero già con chi scagliarsi. D'altronde il bersaglio politico è stato già additato. Domanda: a chi sarebbe da imputare la colpa di un eventuale episodio di violenza fisica nei confronti di esponenti di centrodestra?

Il clima d'odio contro il governo

La strategia messa in campo dal M5S è chiara: da una parte i grillini difendono a spada tratta il reddito di cittadinanza e si professano difensori del popolo in forte difficoltà economica; dall'altra l'esecutivo vuole riformare la misura economica e viene etichettato come matrice di un "massacro sociale". I 5 Stelle dimenticano di dire però che il governo non intende affatto lasciare per strada le fasce più deboli, ma lavorare per una riforma organica delle politiche attive e dei centri per l'impiego.

Va ricordato che Conte aveva assunto l'impegno per promuovere un linguaggio più pulito in politica, per far sì che il dibattito fosse più sano. Le sue ultime uscite vanno nella direzione opposta. Dai banchi dell'opposizione alza la voce, vuole mostrare i muscoli e strizzare l'occhiolino a un elettorato ben definito. Di recente ha parlato del rischio di una "guerra civile". Alla faccia della pulizia del linguaggio.

Senza dimenticare quella frase rivolta a Guido Crosetto da parte di un signore sceso in piazza: "Se poi la violenza colpirà Crosetto... Non mi strapperò i capelli". Ad esempio il ministro della Difesa è stato preso di mira nell'ambito della guerra tra Ucraina e Russia, su cui Conte ha alzato il tono dello scontro accusando il governo di avere una "linea guerrafondaia".

Non si accorge di ciò che dice o lo fa consapevolmente solo per tendere la mano a una fetta di elettorato? Sarebbe grave in entrambi i casi.

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