Occupabili e fasce deboli: come cambierà il reddito di cittadinanza

Il ministro Calderone conferma: "Intervento immediato per far rientrare gli occupabili nel mondo del lavoro. Per disabili e anziani non cambierà nulla per il 2023"

Occupabili e fasce deboli: come cambierà il reddito di cittadinanza

Da una parte apportare una riforma rispetto all'impianto attuale; dall'altra continuare a tenere in piedi una struttura di supporto per le fasce più deboli che non risultano essere in grado di lavorare. Si muove su questi due binari il piano del governo per cambiare il reddito di cittadinanza, che ha già subito una forte modifica nella manovra. Un giro di vite vero e proprio, anche se momentaneo. Infatti la soluzione ponte del 2023 lascerà poi spazio a una ristrutturazione della misura targata Movimento 5 Stelle.

Come cambia il reddito di cittadinanza

A illustrare le intenzioni future dell'esecutivo è stata Marina Calderone, che nel dettaglio ha spiegato come si intende procedere per partorire finalmente un meccanismo capace di integrare i disoccupati nel mondo del lavoro. Il ministro del Lavoro ha in sostanza confermato quanto già detto dal presidente Giorgia Meloni: "Andremo per gradi. Il governo non ha intenzione di dimenticare chi ha necessità di un sostegno economico".

L'opzione di transizione va proprio in questa direzione. L'obiettivo è quello di "intervenire subito sugli occupabili per portarli a rientrare nel mondo del lavoro". Sullo sfondo si lavora a una riforma organica delle politiche attive e dei centri per l'impiego, "riformulando nel contempo le misure di lotta alla povertà". Comunque il ministro Calderone nell'intervista al Corriere della Sera ha assicurato che per chi ha in famiglia disabili, minori e anziani (che rendono difficile l'occupabilità) "non cambierà nulla per il 2023 e si troveranno strumenti idonei dal 2024".

Nella bozza della manovra è contenuta una misura che si pone l'obiettivo di promuovere l'inserimento stabile dei beneficiari del reddito di cittadinanza nel mercato del lavoro: viene riconosciuto l'esonero dal versamento del 100% dei complessivi contributi previdenziali ai datori di lavoro privati che, dall'1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, assumono lavoratori con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Anche ieri il ministro ha difeso l'operato del governo sulle modifiche apportate e inserite nella Legge di bilancio. Nello specifico ha voluto sottolineare l'importanza di aver concentrato l'attenzione sulla fascia di età 18-59 anni: "Non ci possiamo permettere come Paese di lasciare fuori una generazione di giovani che hanno bisogno di trovare la loro dimensione lavorativa che dà anche dignità agli sforzi compiuti dalle persone".

Il vincolo degli studi

Calderone ha annunciato quelle che saranno le rotte della riforma del reddito di cittadinanza. Sul tavolo ci sono diverse ipotesi su come ripensare la norma tanto cara ai grillini. Ad esempio Giuseppe Valditara ha proposto di vincolare il rdc agli studi: rispettare l'obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale, altrimento il sussidio verrà tolto.

L'idea del ministro dell'Istruzione è nata in seguito a una ricerca fatta eseguire alle strutture del dicastero, in particolare riferimento ai percettori che appartengono alla fascia compresa tra i 18 e i 29 anni: è emerso che in diversi possiedono soltanto la licenza elementare o addirittura nessun titolo, e molti soltanto il titolo di licenza media.

Per Valditara non è economicamente e culturalmente accettabile: "A me pare disumano convivere con l'illegalità, calpestare il diritto allo studio, educare i ragazzi al mantenimento a spese della società piuttosto che a credere in loro stessi e alla possibilità di migliorare le loro condizioni di vita".

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