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Quando l'esponente del Pd disse: "Continuare la nostra razza"

La solita doppia morale della sinistra si palesa anche nell'attacco al ministro Lollobrigida sulla "sostituzione etnica"

Quando l'esponente del Pd disse: "Continuare la nostra razza"

Le polemiche riguardo l'espressione "sostituzione etnica", utilizzata da Francesco Lollobrigida mentre ragionava sul calo demografico, continuano insistentemente. Il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare si ha ampiamente spiegato l'uso di quelle parole, chiarendo il senso delle sue parole, che nulla hanno a che fare col "razzismo" e col "suprematismo" e con accuse per le quali lo stesso esponente di Fratelli d'Italia ha annunciato che sporgerà querela. Immancabili sono state le richieste di dimissioni, il responsabile del Partito Democratico per l'immigrazione, Pierfrancesco Majorino, è stato uno dei primo a chiederle a gran voce. Eppure non tantissimo tempo fa - proprio nelle file dem - c'era chi (sempre sullo stesso tema) parlava della necessità di "continuare la nostra razza", senza per questo finire additato come "suprematista", come ha fatto invece Elly Schlein con Lollobrigida.

La frase incriminata dell'esponente dem

Siamo nel luglio 2017. L'allora dirigente nazionale del Partito Democratico, Patrizia Prestipino, disse esplicitamente: "Se uno vuole continuare la nostra razza, se vogliamo dirla così, è chiaro che in Italia bisogna iniziare a dare un sostegno concreto alle mamme e alle famiglie. Altrimenti, tra un po', si rischia l'estinzione in Italia". Parole, rilasciate ai microfoni di Radio Cusano Campus, che vennero per lo più e immediatamente derubricata a "gaffe": sia da molti esponenti di centrosinistra sia da diversi quotidiani. Dal Pd giunse qualche voce più o meno indignata. Tra le più citate dalle cronache di allora ci fu la presa di posizione di Michele Anzaldi che, pur deprecando l'uso del termine, assolve di fatto la collega dicendo: "l'emozione ti ha tradita". Una gaffe da comprendere, dunque.

Il silenzio dei vertici del Pd

Silenzio assoluto dai massimi vertici del Pd e di quelli che sono sempre pronti a puntare il dito contro ogni monosillabo fuori posto. "Chissà che dirà la Boldrini", ironizzò infatti Matteo Salvini, che però deve essere rimasto ancora con la curiosità dopo sei anni, visto che nessun commento da parte dell’ex presidente della Camera fu rintracciato sui social. A fine giornata Prestipino si scusò per l’uso del termine improprio, scrivendo su Facebook che "certo è più facile fraintendere sul termine 'razza', uscito impropriamente ma che fa titolo, che sul contenuto dell'intero ragionamento". E così il caso venne rapidamente archiviato. Non solo: ma Prestipino fu promossa a deputata nel 2018, mentre nello scorso dicembre - dopo la mancata rielezione in Parlamento - è stata assunta dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, come collaboratrice.

Insomma: è il solito doppiopesismo della sinistra che, oramai, non sorprende davvero più.

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