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Cospito: ecco gli attentati attribuiti all'organizzazione terrorista Fai

Raccogliamo tutti gli attentati terroristi del Fai dalle relazioni del Ministero dell'Interno al Parlamento dal 2003 al 2021

Cospito: ecco gli attentati attribuiti all'organizzazione terrorista Fai

Una tesi che va per la maggiore in questi giorni tra quelli che accusano il governo di centrodestra di non revocare il 41 bis a Cospito, è che non lo meritasse. L’idea che si è diffusa è che sia semplicemente un anarchico, e non un terrorista e che in quanto anarchico per definizione non avesse un’associazione organizzata, poiché, in questo caso, le istituzioni sarebbero intervenute prima.

Invece le istituzioni sapevano tutto e sono intervenute cercando di sgominare l’associazione proprio censurandogli la posta, provvedimento contro cui Cospito ogni volta iniziava uno sciopero della fame. Finché non gliel’hanno vietata con il 41 bis.

Ricordiamo che Cospito con i suoi sodali è stato condannato nel processo Scripta manent proprio per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo. Che il Fai sia un’organizzazione terrorista, e non una semplice cellula anarchica, lo leggiamo in tutte le relazioni del Ministero dell’Interno al parlamento dal 2003 in poi, che riportiamo di seguito.

In ogni relazione sino all’ultima del 2021 viene riportato, infatti, che "la componente con maggiori profili di pericolosità nel terrorismo interno fa capo alla Federazione Anarchica Informale-F.A.I.", gruppo che ha aderito alla proposta di riconoscersi nel brand F.A.I. - Fronte Rivoluzionario Internazionale, lanciata, dalla fine del 2010, dalla formazione greca Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

"L’area insurrezionalista, evoluzione radicale del più ampio movimento libertario, costituisce la minaccia più rilevante sul fronte del terrorismo endogeno e all'abbattimento dell'ordine costituito, che fonda le sue basi su uno stato di conflittualità permanente, che si manifesta principalmente attraverso il compimento di azioni dirette, di natura violenta, soprattutto contro le strutture minimali, perché più facili da colpire e perché proprio su queste si basa la diffusione nel territorio del Capitale e dello Stato" si legge ancora.

La sigla compare per la prima volta nel dicembre 2003, in Italia, in occasione di un attentato esplosivo contro l'abitazione bolognese dell'allora Presidente della Commissione Europea Romano Prodi. Nella circostanza viene diffuso un documento ideologico/programmatico: "Chi siamo - Lettera aperta al movimento anarchico e antiautoritario" nel quale gli autori annunciano la nascita di una "federazione" composta da "gruppi d’azione o singoli individui, al fine di superare i limiti delle singole progettualità e sperimentare le reali potenzialità dell’organizzazione”.

Tra le azioni che i terroristi di Cospito hanno rivendicato ci sono l'invio di pacchi esplosivi nel 2005 all'allora sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, al questore di Lecce, Giorgio Manari, e nel 2006 al sindaco di Torino Sergio Chiamparino e al direttore del quotidiano CronacaQui, Beppe Fossati. C'è poi il triplice ordigno fatto esplodere alla Crocetta nel 2007.

Nel corso del 2011 si è assistito ad un rinnovato attivismo della Fai, le cui azioni hanno evidenziato un cambio di strategia ispirato a una vocazione “internazionalista” della lotta insurrezionale.

Il progetto di costituire una rete internazionale anarchica, già lanciato nel novembre 2010 dalla compagine terroristica ellenica “Cospirazione delle Cellule di Fuoco”, è stato riproposto nel gennaio 2011, con un ulteriore messaggio delle Cellule nel quale si invita a “creare insieme una rete internazionale di individualità anarchiche e gruppi di solidarietà”.

In tale ambito si collocano gli attentati realizzati dalla sigla “Fai/Sorelle in Armi - Nucleo Mauricio Morales” il 31 marzo 2011 con la deflagrazione di ordigni esplosivi a Livorno presso la caserma del Comando Brigata Paracadutisti “Folgore” e ad Olten, in Svizzera, presso la sede della “Swissnuclear - Federazione dell’Industria nucleare Svizzera”; nello stesso giorno, a Korydallos, nei pressi di Atene (G), una terza busta esplosiva, indirizzata al direttore del locale carcere di massima sicurezza, è stata intercettata dalla Polizia greca.

Anche gli attentati del dicembre 2011 possono essere quindi inseriti nel medesimo contesto di mobilitazione internazionale tesa alla globalizzazione della lotta contro lo Stato ed il capitale. In particolare, la mattina del 9 dicembre 2011, presso la sede di Equitalia è deflagrato un collo postale che ha causato il ferimento del direttore generale. L’episodio è correlato all’invio di due analoghi plichi esplosivi pervenuti, il 7 dicembre 2011, a Francoforte (D), presso l'ufficio centrale della Deutsche Bank ̧ ed il successivo 12 dicembre 2011, a Parigi, presso l’Ambasciata greca.

A fronte di tale quadro, frutto di una progettualità eversiva transnazionale, va segnalata una serie di azioni minori, talora rivendicate con brevi slogan sulla rete mediatica, con particolare riguardo alla tematica “antirepressiva”, in tema di immigrazione clandestina e contro lo sfruttamento del territorio. In merito a tale ultimo aspetto, è stata avviata una campagna di protesta contro l’ENI - accusata di aver favorito il depauperamento delle risorse naturali della Nigeria e della Libia - concretizzatasi in episodi di imbrattamento e danneggiamento contro punti vendita “Energy Store” di Milano, Bologna e Ravenna.

In Italia, la progettualità federativista è stata ripresa - dopo l’attentato di Genova del 2012 all’ingegnere Adinolfi - nell’aprile 2013, allorché con la sigla “Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale - FAI/FRI - Cellula Damiano Bolano ” è stato rivendicato l’invio di due pacchi bomba, contenenti una quantità modica di carica esplosiva, recapitati alla redazione torinese del quotidiano “La Stampa” e all’agenzia di investigazioni privata di Brescia “Europol”; nel testo di rivendicazione, fra l’altro, gli autori affermano di voler proseguire la “campagna iniziata dai compagni del nucleo Olga” con l’agguato a Roberto Adinolfi.

In tale quadro assume, altresì, rilievo il processo, per il ferimento dell’ingegnere Roberto Adinolfi, a carico di Alfredo Cospito e Nicola Gai. In occasione dell’udienza tenutasi il 30 ottobre 2013 presso il Tribunale di Genova, sono stati prodotti due manoscritti nei quali i due imputati si sono assunti la responsabilità dell’attentato, dichiarando di essere gli unici membri del “Nucleo Olga/FAI”. Nei testi, fra l’altro, gli autori riconducono le ragioni dell’azione al disastro nucleare di Fukushyma ed illustrano le modalità preparatorie dell’attentato, ammettendo di essere incorsi in errori operativi che hanno facilitato le indagini, criticano aspramente le aziende Ansaldo Nucleare e Finmeccanica, con rifermento a nuove progettualità estere riguardanti la costruzione di due centrali nucleari in Slovenia e ribadiscono la validità del percorso rivoluzionario della “Federazione Anarchica Informale/ Fronte rivoluzionario Internazionale”.

La pubblicazione dei comunicati dei due anarchici ha aperto un ampio dibattito nell’area di riferimento, sviluppatosi anche sul web con la diffusione di scritti di adesione e commenti favorevoli alla condotta ed alle progettualità espresse da Cospito e Gai e l’invito a compiere fatti analoghi.

Dopo quasi tre anni di stasi operativa, l’azione della FAI è ripresa il 12 gennaio del 2016, quando è stato fatto deflagrare un ordigno collocato dinanzi una cabina elettrica dell’ENEL, adiacente il muro perimetrale del Tribunale di Civitavecchia. L’attentato ha causato il danneggiamento della grata della finestra e della porta d’ingresso del gabbiotto, nonché di cinque auto parcheggiate nelle vicinanze, ed è stato rivendicato il successivo 27 gennaio con un comunicato pubblicato sul web recante la sigla “Comitato pirotecnico per un anno straordinario, F.A.I/F.R.I.”.

La notte del 16 giugno 2016, a Trento, sulla linea ferroviaria del Brennero ignoti hanno incendiato una cabina elettrica causando un guasto ai circuiti di comando di quel tratto ferroviario; la notte tra il 18 ed il 19 giugno 2016, a Voltaggio (AL), presso un cantiere adibito alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità, ignoti hanno infranto il parabrezza ed i finestrini di due betoniere, vergando su alcuni blocchi di cemento la scritta “MARCIRETE COME IL FERRO DEI VOSTRI BINARI”. Il successivo 26 giugno, su siti dell'area anarchica è stato divulgato un video relativo al danneggiamento. Nel filmato, titolato “No Tav terzo valico: sabotaggio al cantiere di Voltaggio”, si distinguono tre soggetti incappucciati mentre si adoperano a compiere l’azione, al termine della quale, prima di allontanarsi, lanciano dei petardi; la sera del 20 luglio 2016, nei pressi di Melegnano (MI), lungo la linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Bologna, ignoti hanno praticato il taglio netto di due condutture in gomma adibite al trasporto di olio necessario al funzionamento del meccanismo di scambio dei binari, causando l’inceppamento del congegno e la temporanea compromissione del traffico ferroviario.

La mattina del 3 settembre 2016, nei pressi di Rovereto (TN), personale delle FF.SS. – intervenuto per un malfunzionamento del sistema di gestione del traffico ferroviario – ha rilevato la presenza, all’interno di una cabina elettrica della linea Verona-Brennero, di residui di un rudimentale ordigno incendiario. L’azione ha causato il danneggiamento dei circuiti elettrici dell’impianto, ma non ha pregiudicato, tuttavia, il traffico ferroviario. In una cabina adiacente a quella oggetto del danneggiamento è stato rinvenuto un ulteriore ordigno incendiario, inesploso.

La compagine insurrezionale movimentista ha continuato ad incentrare la propria attenzione nella lotta contro l’Alta Velocità, continuando a realizzare nel corso dell’anno mobilitazioni ed azioni delittuose. Inoltre, ha assunto sempre maggiore rilevanza il contrasto alla realizzazione del costruendo gasdotto T.A.P. “Trans Adriatic Pipeline”.

Il 24 dicembre 2018, a Genova, ignoti hanno appiccato il fuoco a un locale dei laboratori di robotica dell’“Istituto Italiano di Tecnologia – I.I.T.”, provocando danni alla serranda di ingresso. Nella stessa mattina, su un sito web d’area libertaria è stato pubblicato un documento di rivendicazione, siglato “F.A.I./F.R.I. Gruppo di Azione Immediata”, sigla mai evidenziatasi in precedenza.

Un precedente attentato compiuto il 12 agosto 2018 a Villorba (TV) presso la sede locale della “Lega”, rivendicato da un sodalizio non espressamente aderente al cartello “F.A.I./F.R.I.”, appare riconducibile, sotto un profilo operativo ed ideologico, a compagini contigue a quella federativista. Il modus operandi di tale azione, proprio della “F.A.I.” configura una vera e propria “trappola” per le Forze dell’ordine che giunte sul posto dopo la deflagrazione di un primo ordigno esplosivo, sarebbero state investite dall’esplosione di un secondo dispositivo ad alto potenziale, assemblato in una pentola a pressione riempita di polvere pirica e chiodi posto sotto una scala antincendio che conduce presso la sede del partito, e che sarebbe stato attivato attraverso il passaggio dei primi operatori delle Forze di Polizia che sarebbero intervenuti.

Nel corso del 2018, nell’ambito dell’attività di contrasto al terrorismo interno, sia con riferimento all’area anarco-insurrezionalista che a quella marxista-leninista, sono state tratte in arresto 8 persone mentre altre 509 sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria. Nel corso del 2019, sempre nell’ambito dell’attività di contrasto al terrorismo interno, sia con riferimento all’area anarco-insurrezionalista che a quella marxista-leninista, sono state tratte in arresto 45 persone, mentre altre 671 sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria (a fronte delle 509 del 2018).

Il 24 novembre 2020, la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha emesso sentenza nel procedimento – denominato "Scripta manent" - a carico dei militanti accusati di aver costituito e partecipato alla FAI/FRI, dichiarando colpevoli tre degli imputati (tra cui Cospito)per il reato di associazione con finalità di terrorismo ed eversione con pene fino a 20 anni, e altri 10 imputati per il reato istigazione ed apologia – aggravati dalla finalità di terrorismo – con pene che vanno da un anno e sei mesi fino ad un massimo di 2 anni e sei mesi di reclusione.

I giudici hanno inflitto 20 anni di carcere ad Alfredo Cospito, 17 anni ad Anna Beniamino (richiesti 29), nove anni a Nicola Gai, cinque anni a Marco Bisesti e Alessandro Mercogliano, gli unici imputati che sono stati riconosciuti colpevoli di avere promosso o partecipato a una associazione con finalità di terrorismo ed eversione. Tutti appartengono alla Fai-Fri, sigla estremista del movimento anarchico.

Un lungo capo d'imputazione metteva insieme attentati commessi in un ampio arco di tempo (2003-2016), per collegarli tra loro, riconoscendovi alla radice una vera organizzazione, l'associazione con finalità terroristica comprendente numerose sigle, tutte nel solo gruppo anarchico che ha fatto il salto di qualità scegliendo la lotta armata, il gruppo "dei lottarmatisti”.

Gai e Cospito erano già stati condannati a nove e dieci anni con sentenza definitiva per l'attentato, a Genova, dell'amministratore delegato di Ansaldo nucleare, Roberto Adinolfi., a 10 anni ed 8 mesi ed a 9 anni e 4 mesi di reclusione, per i reati di attentato per finalità terroristiche, porto e detenzione di arma, furto aggravato, con l’aggravante della finalità di terrorismo.

Il 24 novembre 2020, giorno della sentenza, a Torino, nei pressi della sede del quotidiano “La Stampa” e della redazione di “La Repubblica”, un gruppo di anarchici ha lanciato alcune uova e dei petardi, lasciando sul posto un volantino contenente critiche contro i giornalisti “di regime”, accusati di manipolare l’informazione e dipingere gli anarchici come “stragisti”. Nella stessa serata, a Milano, una ventina di militanti anarchici ha effettuato un’iniziativa estemporanea con accensione di fumogeni e la realizzazione di scritte contro il Pubblico Ministero titolare dell’inchiesta.

Il 26 novembre 2020, sul sito d’area attaque.noblogs.org, è stato postato un documento dal titolo “Attacco contro Enjoy, in solidarietà con gli imputati nel processo Scripta Manent”, siglato “Libertà per tutti”, contenente la rivendicazione dell’incendio, nel capoluogo lombardo, di due autovetture della società Eni Enjoy e di tre motociclette, compiuto proprio in solidarietà agli anarchici condannati nel predetto processo. Dagli accertamenti effettuati non sono emersi riscontri sulla realizzazione degli incendi.

Da quel momento Cospito e gli altri condannati aumentano la pressione tramite lettere inviate dal carcere con cui invitano i terroristi delle cellule internazionali a usare la violenza sulle persone. Viene presa sempre più di mira di mira la società Eni, accusata di sfruttamento delle risorse petrolifere africane e di agevolare le politiche governative in materia di immigrazione.

Altro obiettivo della mobilitazione in argomento è quello delle Poste Italiane, accusate di aver partecipato, in passato, all’espulsione degli immigrati irregolari tramite la controllata compagnia aerea Mistral Air, proprietaria dei vettori utilizzati per i rimpatri. Al centro di tale campagna, oltre alle Università e i Centri di Ricerca colpiti da danneggiamenti o apertamente criticati su documenti pubblicati on line o volantini (si citano, ex multis, l’Università di Pisa, l’Università di Trento, l’Università di Cagliari), figurano le principali aziende italiane che si occupano di produzione bellica, tra le quali la “LEONARDO/FINMECCANICA”, indicata come «prima società di armi in Italia», nonché la “R.W.M.” e la “BERRETTA HOLDING”.

Durante l’emergenza sanitaria è ripresa la campagna contro la tecnologia 5G ritenuta dai gruppi anarchici pervasiva e dannosa e, in qualche modo, connessa anche alla diffusione dell’epidemia da Covid-19.

Nel periodo di riferimento, infatti, sono continuate le azioni dirette ai danni di obiettivi collegati alla logistica ed alla tecnologia, fra cui i ripetitori per la telefonia mobile e le antenne di telecomunicazione31. In tale contesto, si segnalano i danneggiamenti registrati nella provincia di Genova, nei mesi di giugno e luglio, ai danni di apparati telefonici degli operatori “TIM e Vodafone” e di strutture delle aziende “Terna”, “Rai Way” ed “Ei Towers”, rivendicati sui siti d’area con documenti che contengono dure critiche alla scienza e allo sviluppo tecnologico.

Tra gli ulteriori ambiti di intervento è utile in questa sede richiamare la campagna contro i sistemi di trasporto ferroviario, che rappresentano uno degli obiettivi di particolare interesse per il movimento anarco-insurrezionalista, e la campagna antifascista, nel cui contesto la variegata galassia anarco-insurrezionalista trova un momento di ricomposizione delle diverse correnti ideologiche che si traduce non solo in manifestazioni di piazza ed attività di propaganda, ma anche in episodi di violenza contro sedi e militanti delle formazioni di estrema destra.

Le compagini riconducibili alla Federazione (e anche le componenti anarchiche che non hanno aderito al progetto della F.A.I./F.R.I.), pur nella loro indipendenza ed autonomia, sviluppano percorsi di lotta aderendo a campagne tematiche che vengono periodicamente promosse (anche a livello internazionale) mediante la pubblicazione sul web di appelli che invitano all’azione diretta.

In Italia, l’ultimo attentato riconducibile a tale cartello eversivo risale al 21 settembre 2020, allorquando, presso la sede amministrativa del Gruppo siderurgico Feralpi, sita in Lonato (BS), è stato recapitato un pacco bomba (fortunatamente inesploso) indirizzato al presidente Giuseppe Pasini, nonché dell’Associazione Industriale Bresciana.

L’azione è stata rivendicata il successivo 30 settembre, con un documento pubblicato su diversi siti di matrice anarchica, a firma “Nucleo Mikhail Zhlobitsky – Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale”, con il quale l’autore si assume la paternità dell’invio di due “pacchi bomba al presidente Confindustria Brescia e al SAPPE di Modena”.

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