"Non mi sento minacciato". Crosetto smentisce la taglia Wagner

Il ministro della Difesa nega le indiscrezioni sulla presunta taglia nei suoi confronti: "Se ci fossero stati rischi o minacce reali di tale gravità ne sarei certamente stato informato"

"Non mi sento minacciato". Crosetto smentisce la taglia Wagner

Nelle scorse ore ha fatto molto discutere l'indiscrezione de Il Foglio riguardo una presunta taglia su Guido Crosetto da ben 15 milioni di dollari. Il quotidiano ha scritto che l'allerta sarebbe arrivata ai vertici del governo e che l'ordine di colpire sarebbe stato diramato alla brigata Wagner. Tuttavia è stato lo stesso ministro della Difesa a intervenire sul proprio profilo Twitter e a smentire le voci circolate da ieri, rassicurando tutti e facendo chiarezza su quanto accaduto.

Crosetto smentisce la taglia Wagner

Oggi è arrivata di nuovo la presa di posizione di Crosetto, che di fatto ha negato la rivelazione relativa alla presunta taglia di Wagner nei suoi confronti. "Non mi sento minacciato e sono certo che non ci siano taglie o altro, su di me", ha scritto il titolare del dicastero della Difesa. Che ha ritenuto necessario tornare di nuovo a esprimersi sulla vicenda per evitare di alimentare "un ulteriore, inutile, motivo di scontro".

Crosetto ha inoltre fatto notare che "se ci fossero stati rischi o minacce reali di tale gravità, ne sarei certamente stato informato e non è mai accaduto". Già ieri si era detto del tutto tranquillo di fronte all'indiscrezione de Il Foglio: a suo giudizio si tratta semplicemente di uno dei vari allarmi che arrivano ogni giorno "da fonti disparate" e che le nostre autorità preposte "verificano e spesso archiviano". A tal proposito ha espresso sicurezza sul fatto che "nessuno andrà mai oltre i beceri insulti".

Il ministro della Difesa ha infine osservato che ormai quotidianamente vengono diffuse informazioni - "più o meno verosimili, più o meno piacevoli" - la cui attendibilità viene verificata da chi si occupa della sicurezza della Repubblica, che ha dunque il compito di fare un'analisi approfondita. "Bastano loro. Parlarne pubblicamente non serve e non aiuta nessuno", ha annotato.

Lo scontro con Prigozhin

Il retroscena è stato così prontamente smentito mentre resta agli atti lo scontro con Yevgeny Prigozhin, fondatore del gruppo Wagner. Di recente è stato avanzato il sospetto che ci sia un forte legame tra l'aumento degli sbarchi nel nostro Paese e l'attività dei russi, denunciando quindi che la divisione Wagner starebbe utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi africani: "Mi sembra che ormai si possa affermare che l'aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida".

Dal suo canto Prigozhin ha preso le distanze dalle affermazioni del ministro, sottolineando di non avere idea di ciò che sta accadendo nell'ambito della crisi dei migranti: "Crosetto dovrebbe

guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere". Infine ha fatto ricorso alla parola "mudak", un termine russo che corrisponde a un insulto.

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