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"Ponte sullo Stretto aggancia la Sicilia all'Europa"

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha ribadito l'importanza della costruzione di un'opera strategica come il Ponte sullo Stretto: ecco le sue dichiarazioni e le parole del segretario nazionale Filca-Cisl

"Ponte sullo Stretto aggancia la Sicilia all'Europa"
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Un'opera grandiosa, il Ponte sullo Stretto, che farà da volano per il mercato del lavoro, per il Mezzogiorno e l'Italia intera non va giù a certa politica che invece di fare un plauso all'esecutivo Meloni trova sempre delle scuse per denigrare la sua realizzazione. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha ricordato di essere "sempre stato un paladino del Ponte sullo Stretto" sottolineando che in Estremo Oriente sono stati capaci di realizzare un ponte lungo circa 55 km tra Macao e Hong Kong.

Le parole del ministro

In visita ad Agrigento dove ha firmato il protocollo d'intesa per valorizzare l'archeologia subacquea assieme a Nello Musumeci, Ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, Sangiuliano ha dichiarato alla stampa che "ogni epoca storica debba connotarsi. Se andate su Youtube si può vedere il ponte che è stato realizzato fra la città di Macao, l'ex colonia portoghese, e la città di Hong Kong, l'ex colonia britannica, è stato costruito in 8 anni. È un ponte più lungo di quello che noi faremo sullo Stretto di Messina". Costruire il Ponte, oltre ai benefici enormi che per anni ricaverebbe tutto il tessuto italiano, significherebbe anche "agganciare la Sicilia all'Europa. La Sicilia con la sua cultura, con la sua storia - ha concluso Sangiuliano - è qualcosa di fondamentale per l'Europa. Senza la Sicilia, senza quello che è stata storicamente, l'Europa sarebbe monca e per questo è importante".

Le dichiarazioni di Rixi

Intervistato recentemente dal Giornale, il viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, ha espresso un concetto fondamentale: sono superficiali coloro i quali parlano di opera irrealizzabile e assenza di coperture. Il Ponte sullo Stretto sarà un'infrastruttura che "porterà l'Italia al passo con tutti i Paesi industrializzati", aggiungendo che nel Def (Documento di economia e finanza) vengono finanziate anche le opere collaterali come ferrovie e strade così da mettere definitivamente a tacere chi pensa che verrà costruito soltanto il Ponte senza pensare alle altre opere.

L'affondo del segretario

Nelle ultime ore e continuando ad andare per un'altra strada, Pd e CinqueStelle hanno ribadito le loro posizioni oltranziste: Anthony Barbagallo, capogruppo del Pd in Commissione Trasporti alla Camera, è intenzionato a dare battaglia su ogni articolo mentre Agostino Santillo, vicecapogruppo M5s alla Camera, ha affermato che l'utilità del Ponte sarebbe ancora "tutta da supportare con ulteriori riflessioni e studi". L'ideologia, però, è soltanto d'intralcio perché serve "uno sguardo laico e scevro da pregiudizi nell’ambito del dibattito pubblico circa l’opportunità di dar luogo ad un’opera strategica" come la realizzazione del collegamento tra Sicilia e Calabria: lo ha dichiarato Ottavio De Luca, segretario nazionale e reggente Filca-Cisl Calabria, il quale ha sottolineato che "chi vi si oppone con argomentazioni integralistiche rivela spesso una cultura provinciale e angusta. Parliamo di un’infrastruttura che non è solo il raccordo tra Calabria e Sicilia, ma, bensì, le trait d’union tra l’Italia intera e i mercati internazionali".

Il vecchio ritornello secondo il quale "prima le strutture e poi il Ponte" non funziona più: ogni opera può andare avanti parallelamente, la Salerno-Reggio Calabria è un'autostrada funzionante e le scuse sulle migliorìe da apportare a ferrovie e strade secondarie sono vecchie. "Parimenti fragile risulta il solito refrain secondo cui la priorità, sul piano dell’attenzione di governo, spetti alla rete viaria e ferroviaria del Sud: il Ponte trainerà inevitabilmente l’ammordanemonto di queste ultime", ha aggiunto il sindacalista.

Il no alle ideologie

De Luca, poi, ha ricordato ai bastian contrari quanto lavoro potrà dare questo progetto dal momento che "prevede l’impiego di prestazioni e professionalità diverse tra loro. Una rivitalizzazione più unica che rara per il tessuto produttivo del Mezzogiorno e del Paese intero. Non un simbolo fine a se stesso, dunque, ma l’avvio di una stagione più florida, sul piano del ritorno economico, i cui effetti saranno tangibili ed evidenti".

Ecco perché i "No a prescindere, in nome di consunte ideologie" sono "fuori tempo massimo", conclude il segretario.

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